giovedì, agosto 30, 2012
Si è ufficialmente aperta la 69° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia: undici giorni per un festival quest’anno più snello, titoli di affermati registi e di esordienti alla Mostra scelti con molto rigore, si aspettano più le sorprese che le conferme. E in moltissime opere selezionate un tema ricorrente e diversamente declinato: la crisi, economica, sociale e politica. Insomma, tutte le nostre inquietudini quotidiane.

Radio Vaticana - Alberto Barbera, neo-direttore del festival, ha ridotto la quantità privilegiando la qualità. E impresso un forte legame dei titoli scelti nelle diverse sezioni con la realtà che ci circonda, prima di tutto la crisi mondiale che ha inevitabili ripercussioni sugli aspetti quotidiani del nostro vivere. In fondo, è quello che succede a Changez, il protagonista del film di apertura di Mira Nair, tratto dal romanzo di grande successo di Moshin Amid Il fondamentalista riluttante. Lui è un pakistano imbevuto dell’ “american dream” che si trova a coronare questo suo sogno nel giorno sbagliato: l’11 settembre del 2001. Con le torri crollano le certezze del mondo e crollano le sue, il senso di alienazione e sospetto che lo circonda gli fanno lambire i territori della violenza, dello scontro. Non è il primo film su quella tragedia, ma la prospettiva è nuova e interessante: “L’ho diretto - ha confessato la regista indiana - perché ho voluto intraprendere un percorso di guarigione e di riconciliazione, riannodare un dialogo tra Oriente e Occidente che da quel giorno è ancora drammaticamente interrotto”. Da queste sue parole si capisce come il desiderio, finalmente divenuto realtà, di girare un film così importante, abbia lontane origini: soltanto due giorni prima, il 9 settembre di quel medesimo, terribile anno, Mira ritirava felice a Venezia il suo Leone d’Oro. Non avrebbe mai immaginato di trovarsi poco dopo a piangere per le persone che non c’erano più, ad avere paura per un “nuovo mondo” messo così alla prova.

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