mercoledì, agosto 08, 2012
Sono molte le iniziative promosse in questi giorni in vista dell'11 agosto, memoria di Santa Chiara d’Assisi, e giorno della conclusione delle celebrazioni per l’ottavo centenario della sua Consacrazione.

Radio Vaticana - Tra queste, l'inchiesta del quotidiano on line “La Perfetta Letizia” sui monasteri clariani di oggi. Un viaggio che ha attraversato tutta l'Italia. Sono una decina le storie raccontate e non mancano le curiosità. Benedetta Capelli ne ha parlato con Monica Cardarelli, redattrice de “La Perfetta Letizia”: ascolta
R. - In questo momento, per la chiusura del centenario, volevamo constatare con mano l’eredità di Santa Chiara e quindi vedere come vivono oggi le clarisse il suo carisma; vedere come concretamente viene vissuta, ad esempio, la clausura o il grande senso di apertura al mondo che aveva Chiara, o ancora l’attenzione alle relazioni.

D. - Chi è oggi - se dovessi definirla - la clarissa del 2012?

R. - Sicuramente una donna molto concreta, che è attenta alle relazioni e prima fra tutte la relazione con il Signore, poi la relazione con le sorelle e con gli altri. Secondo me, oggi la clarissa è una donna molto attenta alla concretezza, molto aperta all’accoglienza e all’ascolto dei bisogni dei fratelli.

D. - In un mondo globalizzato, com’è quello di oggi, come spiegare ai giovani la scelta di diventare una clarissa?

R. - Ti rispondo con alcune parole proprio delle clarisse che dicono “non nonostante la clausura, ma grazie alla clausura” riescono ad essere vicine ad ogni uomo e ad ogni donna, che bussa al loro monastero. Vivere in clausura, fare una scelta così forte e così definitiva ha per loro una valenza anche sociale: in questo modo, vivendo il Vangelo, riescono - un po’ come ha fatto 800 anni fa Chiara - a vivere anche una scelta molto forte, ma a fare anche una scelta sociale. Quindi non sono lontane dal mondo, non sono estranee al mondo, ma sono molto, molto vicine. Magari frequentando o visitando anche solo un monastero, ci si può render conto di questa cosa: le Clarisse sono molto vicine al mondo di oggi, non sono isolate e non sono fuori dal mondo.

D. - Oggi qual è l’attualità del messaggio di Chiara?

R. - Sicuramente una grande accoglienza, una grande sensibilità e penso che attraverso le clarisse di oggi si continui a vivere un po’ il carisma di Santa Chiara, ma quell’aspetto forse materno e femminile che era proprio di Chiara: appunto l’ascolto, l’accoglienza, la vicinanza, l’essere presente, l’essere presente proprio concretamente. Io mi ricordo di aver letto negli Atti del processo di canonizzazione di Santa Chiara alcune testimonianze delle altre sorelle che raccontavano come lei durante la notte coprisse le altre donne per non fargli prendere freddo, oppure che le abbracciava nei momenti di particolare stanchezza: questo aspetto molto semplice, molto diretto, molto concreto, molto materno penso che si possa ritrovare anche nelle Clarisse di oggi. In una società come la nostra, dove si corre, dove non c’è tempo per fermarsi e per ascoltare l’altro, i monasteri di clarisse possono essere veramente dei riferimenti e non sono dei riferimenti isolati, sono molto presenti nel momento storico e nel luogo in cui vivono.


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