venerdì, agosto 10, 2012
Festeggiamenti sì, ma tiepidi. La vittoria di David Rudisha negli 800 metri alle Olimpiadi di Londra, con annesso record mondiale (1:40.91), non è riuscita ad accendere veramente Nairobi ieri anche se quando il campione allenato da Fratel Colm O’Connell taglia il traguardo la gente scende per strada a festeggiare tra urla di gioia e cori.

Misna -“Pesa la polemica sul modo in cui il Kenya è arrivato a questo appuntamento – dice da Nairobi alla MISNA padre Pietro Caggiano, missionario fidei donum – con contrasti interni al Comitato olimpico keniano per le scelte fatte e per la preparazione messa a punto per queste Olimpiadi”. Ecco perché il Daily Nation oggi, pur inserendo la foto di Rudisha in prima pagina, dedica “solo” due pagine all’interno. “Una parte degli atleti e dell’opinione pubblica – prosegue padre Pietro – denuncia sistemi di selezione che non hanno tenuto conto dei reali valori agonistici e che invece sono stati influenzati da altri fattori.


L’altra pesante accusa è però quella relativa ai preparativi di avvicinamento all’appuntamento, considerati da molti non adeguati: si è passati dai 3000 metri di altitudine keniani alle piste di Londra che sta sul livello del mare, senza tempi di adattamento e senza tener conto di possibili negative influenze sulle performance degli atleti. E, in effetti, il Kenya non sta ottenendo quei risultati che era stato in grado di conquistare ai Giochi di Pechino.

Secondo padre Pietro, sull’atmosfera generale pesa poi l’avvicinarsi dell’appuntamento con le urne: “Qui in Kenya, in questo momento, qualunque cosa rischia di essere letta attraverso la lente della rivalità politica. E anche le Olimpiadi non sono esenti”.

Ciononostante, il sorriso di Rudisha accanto al display che segnava il suo nuovo record mondiale e poi i suoi occhi luccicanti sul podio hanno cancellato, almeno per quel momento, le polemiche e i mugugni. Come fratel O’Connell ha detto alla MISNA alla vigilia dei Giochi, “questi ragazzi sono la prova che esiste un’Africa che si impegna e vince. David è fonte di ispirazione per milioni di keniani, è l’esempio vivente di cosa può diventare un ragazzo se è disciplinato e concentrato sui suoi obiettivi”. Ieri, accanto al 23enne Rudisha, sul podio, c’erano altri due africani, ancora più giovani: Njiel Amos del Botswana, medaglia d’argento in 1:41.73 e l’altro keniano Timothy Kitum arrivato terzo in 1:42.53; entrambi nati nel 1994.

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