La conclusione dell’VIII centenario della consacrazione di santa Chiara d’Assisi ci offre l’occasione per una riflessione sulla figura della Santa umbra
di Monica Cardarelli
Il 16 aprile 2011 eravamo tutti riuniti, realmente e simbolicamente, con tutta la comunità ecclesiale nella cattedrale di san Rufino ad Assisi quando è stato dichiarato ufficialmente aperto l’VIII centenario della consacrazione di Chiara d’Assisi, che si conclude proprio oggi, giorno della festa della Santa. Un anno di celebrazioni ed eventi di vario tipo, dalla processione a San Damiano e la consegna delle palme a san Rufino fino ad arrivare alla lettera di Benedetto XVI inviata a tutti i fedeli in occasione della Domenica delle Palme di questo anno. Tanti anche gli eventi culturali: concerti, mostre ma anche giornate di studio sugli scritti clariani organizzate in vari istituti ed università italiane; l’esposizione della pala d’altare raffigurante le scene della vita di santa Chiara nelle sale del museo di Santa Maria degli Angeli; la reliquia dei capelli della santa esposta alla Porziuncola per la venerazione dei fedeli e tante altre iniziative.
Proprio quest’oggi, a conclusione del centenario, un momento di preghiera alle 15.30 precederà la dedicazione di un chiostro del Santuario della Porziuncola a Santa Chiara: la dedicazione prevede l'installazione di sette opere d'arte ad olio su tavola realizzate dall'artista Aurelio Bruni, una statua della Santa realizzata da Piero Casentini e un'opera in maiolica eseguita da Rebecca Becker. La dedicazione del Chiostro prevederà anche un concerto in onore della Santa del gruppo "Trasimeno String Quartet" e del soprano Francesca Bruni. Inoltre si svolgerà una breve pièce teatrale della compagnia teatrale "Chiara di Dio". Alle 18 chiuderà la S. Messa solenne nel transito della Madre Chiara, presieduta da P. José Rodríguez Carballo ofm, Ministro generale dei Frati Minori.
Numerose iniziativ, dicevamo, che hanno dato la possibilità di conoscere meglio la figura di questa donna e santa del medioevo. Ma visto che, come sottolineato all’apertura del centenario, il desiderio era che non si proponessero solo delle celebrazioni, per quanto belle ed interessanti, ci chiediamo oggi se questo auspicio è stato realizzato. Forse il convegno internazionale delle Presidenti delle Federazioni dell’Ordine di Santa Chiara e il convegno internazionale degli Assistenti delle clarisse, che si sono svolti dal 6 al 18 febbraio, possono darci già una risposta affermativa. Inoltre le numerose iniziative organizzate nei vari monasteri clariani in tutto l’anno possono far capire come l’occasione del centenario sia stata sapientemente ‘sfruttata’. E su due versanti: da un lato far conoscere il vero volto e cuore di Chiara a chi forse non la conosce in tutta la sua pienezza; dall’altro offrire alle clarisse un momento lungo un anno per rileggere, meditare e pregare le parole della santa assisiana, cercando di attualizzarle sempre più nella vita di ogni giorno.
Allo stesso tempo però questa ricorrenza è stata una preziosa opportunità di incontro e di maggiore conoscenza reciproca con i frati assistenti: non va dimenticato che, come Francesco promise a Chiara di prendersi cura di lei e della sua comunità, allo stesso modo chiese ai suoi frati di prendersi cura delle ‘Sorelle povere’. E d’altronde per la consacrazione al Signore Chiara si affidò a Francesco, davanti all’altare della Porziuncola. Era la vita di Francesco che Chiara voleva seguire: per vivere il Vangelo il primo passo da compiere era seguire Francesco. È inscindibile il legame e l’originalità di queste due figure, Chiara e Francesco, Francesco e Chiara. Così come è stata fondamentale la presenza di entrambi nello sviluppo di una propria spiritualità. Anzi, a Chiara con molta probabilità si deve il merito di essere stata una degli artefici che hanno tramandato la memoria di Francesco dopo la sua morte.
Se la notte della domenica delle Palme del 1211 Chiara ha scelto di consacrarsi al Signore affidandosi a Francesco, ci piace pensare che questo centenario fosse dedicato anche a lui. Sicuramente, da oggi in poi dovremmo ripensare al nostro modo di interpretare la realtà e considerare ad esempio la purezza e la semplicità di Francesco e Chiara, un uomo e una donna innamorati di Cristo che volevano vivere come Lui e che hanno vissuto un legame umano e spirituale profondo e puro, sostenendosi a vicenda nella fede e nell’amicizia, sempre “tenendo davanti agli occhi il punto di partenza”.
L’auspicio allora che possiamo fare è che la conclusione di questo centenario sia solo l’inizio di una sempre maggiore conoscenza della figura di santa Chiara e della sua spiritualità e l’occasione per mettere a frutto tutti i doni che la Provvidenza ha voluto elargire in questo anno.
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