Prosegue a Yaoundé, in Camerun, il Congresso panafricano dei laici cattolici. L’evento, che si svolge sul tema “Testimoni di Gesù Cristo in Africa oggi. Sale della terra... luce del mondo”, si concluderà domenica
Radio Vaticana - Numerosi gli interventi che hanno ribadito il ruolo insostituibile dei laici nell’evangelizzazione, come ricordato anche da Benedetto XVI nel suo Messaggio. Silvia Koch ha raggiunto telefonicamente a Yaoundé Vittorio Scelzo, officiale del Pontificio Consiglio dei Laici, dicastero che ha promosso l’incontro: R. – Qui stiamo davvero riscoprendo la dignità di essere cristiani e la forza di essere cristiani. Il cardinale Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, nel suo intervento ha invitato tutti ad essere delle “minoranze creative”.
Ci ha detto che il rischio non è quello di essere pochi, ma quello di essere insignificanti per la nostra scarsa testimonianza. Allora davvero questi giorni sono un grande momento di comunione: c’è la possibilità di scambiare esperienze, c’è stata anche la possibilità di ascoltare le parole del Santo Padre e le parole di alcuni eminenti cardinali. E’ davvero un momento per scambiare esperienze e per crescere. C’è bisogno di un laicato maturo. Mi ritornano in mente le parole del messaggio del Santo Padre, quando dice che nei suoi viaggi in Africa ha potuto notare la forza della gioia, il senso della vita che trionfa nelle liturgie africane, nell’accoglienza che egli ha ricevuto venendo qui in terra d’Africa.
D. – Quali sono gli argomenti sul tavolo della discussione e quali risposte a queste problematiche possono venire dal laicato africano?
R. – Questo è un grande momento di formazione e quindi noi stiamo provando ad andare in profondità nel riscoprire, appunto, l’identità africana. E’ emerso, per esempio, che in molti Paesi africani c’è l’aumento delle persone che vengono attratte da alcune sette e questo è stato attribuito anche ad una mancanza di formazione cristiana. Il dono che il Santo Padre ha voluto fare con l’indizione dell’Anno della Fede è considerato una grazia per la Chiesa qui, perché davvero c’è bisogno di formazione. C’è poi molto spazio per far parlare le associazioni, i movimenti ecclesiali, le nuove comunità che portano la loro testimonianza e che rappresentano una nuova primavera, una nuova effusione dello Spirito per l’Africa. Questa ricchezza dei movimenti e delle nuove comunità è anche al centro di questi giorni di congresso. Ci sono alcuni incontri che affrontano temi relativi all’impegno dei laici cattolici nella vita pubblica: il loro impegno nel mondo del lavoro, il loro impegno nel mondo dell’economia e della politica e il loro impegno sociale a partire dalla dottrina sociale della Chiesa.
D. – Benedetto XVI ha definito l’Africa un grande polmone di spiritualità: quale apporto può venire di cattolici laici africani, dai suoi giovani, al resto del mondo e della comunità cattolica?
R. – Il mondo ha bisogno dell’Africa davvero: ha bisogno della sua gioia nel vivere la fede, della sua freschezza, della novità che viene dal cattolicesimo africano. C’è una bellezza di essere cristiani che qui in Africa risplende nelle liturgie, così belle e commoventi che stiamo vivendo in questi giorni. Credo che il resto del mondo abbia bisogno di guardare all’Africa con occhi nuovi, di farsi guidare nella vita della gioia e di farsi guidare nella via delle riscoperta della bellezza di essere cristiani.
Radio Vaticana - Numerosi gli interventi che hanno ribadito il ruolo insostituibile dei laici nell’evangelizzazione, come ricordato anche da Benedetto XVI nel suo Messaggio. Silvia Koch ha raggiunto telefonicamente a Yaoundé Vittorio Scelzo, officiale del Pontificio Consiglio dei Laici, dicastero che ha promosso l’incontro: R. – Qui stiamo davvero riscoprendo la dignità di essere cristiani e la forza di essere cristiani. Il cardinale Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, nel suo intervento ha invitato tutti ad essere delle “minoranze creative”.
Ci ha detto che il rischio non è quello di essere pochi, ma quello di essere insignificanti per la nostra scarsa testimonianza. Allora davvero questi giorni sono un grande momento di comunione: c’è la possibilità di scambiare esperienze, c’è stata anche la possibilità di ascoltare le parole del Santo Padre e le parole di alcuni eminenti cardinali. E’ davvero un momento per scambiare esperienze e per crescere. C’è bisogno di un laicato maturo. Mi ritornano in mente le parole del messaggio del Santo Padre, quando dice che nei suoi viaggi in Africa ha potuto notare la forza della gioia, il senso della vita che trionfa nelle liturgie africane, nell’accoglienza che egli ha ricevuto venendo qui in terra d’Africa.
D. – Quali sono gli argomenti sul tavolo della discussione e quali risposte a queste problematiche possono venire dal laicato africano?
R. – Questo è un grande momento di formazione e quindi noi stiamo provando ad andare in profondità nel riscoprire, appunto, l’identità africana. E’ emerso, per esempio, che in molti Paesi africani c’è l’aumento delle persone che vengono attratte da alcune sette e questo è stato attribuito anche ad una mancanza di formazione cristiana. Il dono che il Santo Padre ha voluto fare con l’indizione dell’Anno della Fede è considerato una grazia per la Chiesa qui, perché davvero c’è bisogno di formazione. C’è poi molto spazio per far parlare le associazioni, i movimenti ecclesiali, le nuove comunità che portano la loro testimonianza e che rappresentano una nuova primavera, una nuova effusione dello Spirito per l’Africa. Questa ricchezza dei movimenti e delle nuove comunità è anche al centro di questi giorni di congresso. Ci sono alcuni incontri che affrontano temi relativi all’impegno dei laici cattolici nella vita pubblica: il loro impegno nel mondo del lavoro, il loro impegno nel mondo dell’economia e della politica e il loro impegno sociale a partire dalla dottrina sociale della Chiesa.
D. – Benedetto XVI ha definito l’Africa un grande polmone di spiritualità: quale apporto può venire di cattolici laici africani, dai suoi giovani, al resto del mondo e della comunità cattolica?
R. – Il mondo ha bisogno dell’Africa davvero: ha bisogno della sua gioia nel vivere la fede, della sua freschezza, della novità che viene dal cattolicesimo africano. C’è una bellezza di essere cristiani che qui in Africa risplende nelle liturgie, così belle e commoventi che stiamo vivendo in questi giorni. Credo che il resto del mondo abbia bisogno di guardare all’Africa con occhi nuovi, di farsi guidare nella vita della gioia e di farsi guidare nella via delle riscoperta della bellezza di essere cristiani.
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.