Il governo di Juba ha annullato buona parte di una concessione petrolifera accordata alla società francese Total, in quella che è la più importante revisione di un contratto sottoscritto prima dell’indipendenza da Khartoum: lo dice alla MISNA Elizabeth James Bol, vice-ministro del Petrolio del Sud Sudan.
Misna - La concessione riguarda il cosiddetto Blocco B, situato nella regione orientale di Jonglei ed esteso su 120.000 chilometri quadrati, una superficie paragonabile a quella dell’Eritrea. Il provvedimento del governo prevede lo spezzettamento della concessione in tre parti: della prima continuerà a beneficiare Total, mentre le altre due saranno assegnate ad altre società straniere. Secondo fonti anonime citate dall’agenzia di stampa inglese Reuters, ad acquisire diritti nel Blocco B saranno la statunitense Exxon Mobil e la kuwaitiana Kufpec. Alla MISNA James si limita a dire che della scelta del governo beneficerà una società “all’avanguardia mondiale da un punto di vista tecnologico e finanziario”. “Total non ha mai avviato le prospezioni – aggiunge il vice-ministro – nonostante sia titolare della concessione dal 1980 e la guerra civile sia finita da sette anni: siamo stanchi di aspettare, ora vogliamo la massima efficienza”.
Il petrolio è la risorsa principale del Sud Sudan. Prima della sospensione della produzione nel gennaio scorso, a seguito dei contrasti sulle tariffe per l’uso degli oleodotti di Khartoum, il greggio valeva il 98% delle entrate dello Stato. Prospezione e sfruttamento petrolifero sono regolati da una legge promulgata a luglio, esattamente un anno dopo la proclamazione dell’indipendenza. Nel testo è prevista la possibilità di annullare o rivedere contratti sottoscritti dalle società straniere con il governo di Khartoum prima, durante o dopo la guerra civile combattuta tra il 1983 e il 2005. Dopo l’indipendenza Juba ha firmato nuovi accordi con la malese Petronas e la cinese China National Petroleum Corporation (Cnpc). Un ritorno delle “major” americane potrebbe essere favorito dalla decisione di Washington di revocare le sanzioni adottate nel 1997 nei confronti del Sudan, allora uno Stato unitario.
Misna - La concessione riguarda il cosiddetto Blocco B, situato nella regione orientale di Jonglei ed esteso su 120.000 chilometri quadrati, una superficie paragonabile a quella dell’Eritrea. Il provvedimento del governo prevede lo spezzettamento della concessione in tre parti: della prima continuerà a beneficiare Total, mentre le altre due saranno assegnate ad altre società straniere. Secondo fonti anonime citate dall’agenzia di stampa inglese Reuters, ad acquisire diritti nel Blocco B saranno la statunitense Exxon Mobil e la kuwaitiana Kufpec. Alla MISNA James si limita a dire che della scelta del governo beneficerà una società “all’avanguardia mondiale da un punto di vista tecnologico e finanziario”. “Total non ha mai avviato le prospezioni – aggiunge il vice-ministro – nonostante sia titolare della concessione dal 1980 e la guerra civile sia finita da sette anni: siamo stanchi di aspettare, ora vogliamo la massima efficienza”.
Il petrolio è la risorsa principale del Sud Sudan. Prima della sospensione della produzione nel gennaio scorso, a seguito dei contrasti sulle tariffe per l’uso degli oleodotti di Khartoum, il greggio valeva il 98% delle entrate dello Stato. Prospezione e sfruttamento petrolifero sono regolati da una legge promulgata a luglio, esattamente un anno dopo la proclamazione dell’indipendenza. Nel testo è prevista la possibilità di annullare o rivedere contratti sottoscritti dalle società straniere con il governo di Khartoum prima, durante o dopo la guerra civile combattuta tra il 1983 e il 2005. Dopo l’indipendenza Juba ha firmato nuovi accordi con la malese Petronas e la cinese China National Petroleum Corporation (Cnpc). Un ritorno delle “major” americane potrebbe essere favorito dalla decisione di Washington di revocare le sanzioni adottate nel 1997 nei confronti del Sudan, allora uno Stato unitario.
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