Presentata a Educa, manifestazione nazionale sull’educazione organizzata a Rovereto da Con.Solida, consorzio della cooperazione sociale e dalla Provincia Autonoma di Trento, il rapporto di Indire sull’alternanza scuola/lavoro: solo il 44% delle scuole si è adeguato alla legge del 2005
Rovereto - Il motore Italia, come al solito, ha bisogno di un lungo rodaggio. E anche il progetto di integrare sempre più le informazioni teoriche acquisite a scuola con l’esperienza pratica che solo un posto di lavoro può offrire stenta a decollare. Questo emerge dai dati di una ricerca-monitoraggio presentata a Rovereto da Antonella Zuccaro, responsabile di Indire (Istituto nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca educativa) a EDUCA, il 5° Incontro nazionale sull’Educazione organizzata dal consorzio della Cooperazione sociale Con.Solida e dalla Provincia autonoma di Trento. Per l’anno scolastico 2011-2012 solo il 44% degli istituti scolastici ha proposto l’alternanza scuola-lavoro e solamente il 7,5% degli studenti ha partecipato ai percorsi.
Le regioni più interessate a questa metodologia sono Toscana e Lombardia. I percorsi più utilizzati sono quelli che durano un anno, anche se ci sarebbe l’opportunità (utilizzata da pochi) di poterli allungare. “Dall’indagine emerge che i docenti, da questa esperienza, si aspettano una maggiore integrazione tra scuola e lavoro – ha detto Zuccaro – ma è un po’ difficile se la maggior parte dei percorsi, circa il 49%, dura meno di 100 ore”.
Le strutture ospitanti sono per il 58% imprese. “Ma l’esperienza – spiega Zuccaro - è efficace solo se i ragazzi hanno la possibilità di sperimentare il lavoro, ecco perché se un tutor deve seguire sette, otto ragazzi l’esperienza non potrà che limitarsi all’ascolto. Ma non è questo lo scopo”. I soldi per mettere in campo questa iniziativa arrivano per lo più dal ministero dell’Istruzione (87%), mentre il resto del budget deve essere reperito dalle singole scuole che, secondo l’indagine, utilizzano soprattutto i fondi d’istituto (12%) o quelli regionali (7%). Secondo Zuccaro andrebbero coinvolti più soggetti. “L’alternanza scuola lavoro, oggetto di una legge specifica del 2005, è stata ripresa dalla Commissione del Riordino – ha detto – che suggerisce l’istituzione di un comitato tecnico scientifico, che fa fatica a decollare, perché la normativa non costringe le scuole ad istituirlo”. Nell’ambito di questa esperienza sono previsti vari momenti, non solo l’attività di stage in azienda (69%), ma anche la formazione in classe (23%), che viene utilizzata per preparare i ragazzi all’entrata nella struttura ospitante ed a colloqui con esperti esterni.
L’alternanza che dovrebbe essere intesa soprattutto come un’opportunità formativa, come una strategia efficace per l’orientamento e la motivazione, non pare quindi pienamente decollata. Un vero peccato perché essa può rappresentare uno strumento efficace per evidenziare le reali ispirazioni dei ragazzi e orientarli meglio nella scelta del percorso universitario. Ne è convinto Alfonso Cauteruccio, presidente dell’associazione Greenaccord Onlus, che è tra media partner dell’evento. “Una realtà come la nostra, che da oltre dieci anni sta costruendo una rete di operatori della comunicazione specializzata nei temi ambientali, tocca con mano quanto sia difficile costruire professionalità in grado di maneggiare concetti complessi come sviluppo sostenibile, costi esterni dell’impatto umano sull’ambiente, danni da climate change. Allargare le esperienze lavorative dei ragazzi in età scolare permetterebbe di accrescere la sensibilità su questi argomenti e offrire indirettamente alla collettività una serie di professionisti più preparati e attenti. L’effetto catalizzatore di una simile strategia sarebbe dirompente”.
Il tema del futuro dei giovani, sempre più cupo e incerto, è al centro della quinta edizione di Educa, ospitata a Rovereto fino a domenica prossima.. Da qui il titolo dell’evento: “Cosa farà da grande?”, che spesso è connesso con una preoccupazione economica legata all’idea che la realizzazione di una persona sia dovuta al solo lavoro e guadagno. Le esperienze e le analisi che verranno presentate mostreranno invece che ci sono molti altri aspetti da valutare per poter effettivamente garantire una piena realizzazione dell’individuo.
Il programma completo dell’evento è disponibile sul sito http://www.educaonline.it.
Rovereto - Il motore Italia, come al solito, ha bisogno di un lungo rodaggio. E anche il progetto di integrare sempre più le informazioni teoriche acquisite a scuola con l’esperienza pratica che solo un posto di lavoro può offrire stenta a decollare. Questo emerge dai dati di una ricerca-monitoraggio presentata a Rovereto da Antonella Zuccaro, responsabile di Indire (Istituto nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca educativa) a EDUCA, il 5° Incontro nazionale sull’Educazione organizzata dal consorzio della Cooperazione sociale Con.Solida e dalla Provincia autonoma di Trento. Per l’anno scolastico 2011-2012 solo il 44% degli istituti scolastici ha proposto l’alternanza scuola-lavoro e solamente il 7,5% degli studenti ha partecipato ai percorsi.
Le regioni più interessate a questa metodologia sono Toscana e Lombardia. I percorsi più utilizzati sono quelli che durano un anno, anche se ci sarebbe l’opportunità (utilizzata da pochi) di poterli allungare. “Dall’indagine emerge che i docenti, da questa esperienza, si aspettano una maggiore integrazione tra scuola e lavoro – ha detto Zuccaro – ma è un po’ difficile se la maggior parte dei percorsi, circa il 49%, dura meno di 100 ore”.
Le strutture ospitanti sono per il 58% imprese. “Ma l’esperienza – spiega Zuccaro - è efficace solo se i ragazzi hanno la possibilità di sperimentare il lavoro, ecco perché se un tutor deve seguire sette, otto ragazzi l’esperienza non potrà che limitarsi all’ascolto. Ma non è questo lo scopo”. I soldi per mettere in campo questa iniziativa arrivano per lo più dal ministero dell’Istruzione (87%), mentre il resto del budget deve essere reperito dalle singole scuole che, secondo l’indagine, utilizzano soprattutto i fondi d’istituto (12%) o quelli regionali (7%). Secondo Zuccaro andrebbero coinvolti più soggetti. “L’alternanza scuola lavoro, oggetto di una legge specifica del 2005, è stata ripresa dalla Commissione del Riordino – ha detto – che suggerisce l’istituzione di un comitato tecnico scientifico, che fa fatica a decollare, perché la normativa non costringe le scuole ad istituirlo”. Nell’ambito di questa esperienza sono previsti vari momenti, non solo l’attività di stage in azienda (69%), ma anche la formazione in classe (23%), che viene utilizzata per preparare i ragazzi all’entrata nella struttura ospitante ed a colloqui con esperti esterni.
L’alternanza che dovrebbe essere intesa soprattutto come un’opportunità formativa, come una strategia efficace per l’orientamento e la motivazione, non pare quindi pienamente decollata. Un vero peccato perché essa può rappresentare uno strumento efficace per evidenziare le reali ispirazioni dei ragazzi e orientarli meglio nella scelta del percorso universitario. Ne è convinto Alfonso Cauteruccio, presidente dell’associazione Greenaccord Onlus, che è tra media partner dell’evento. “Una realtà come la nostra, che da oltre dieci anni sta costruendo una rete di operatori della comunicazione specializzata nei temi ambientali, tocca con mano quanto sia difficile costruire professionalità in grado di maneggiare concetti complessi come sviluppo sostenibile, costi esterni dell’impatto umano sull’ambiente, danni da climate change. Allargare le esperienze lavorative dei ragazzi in età scolare permetterebbe di accrescere la sensibilità su questi argomenti e offrire indirettamente alla collettività una serie di professionisti più preparati e attenti. L’effetto catalizzatore di una simile strategia sarebbe dirompente”.
Il tema del futuro dei giovani, sempre più cupo e incerto, è al centro della quinta edizione di Educa, ospitata a Rovereto fino a domenica prossima.. Da qui il titolo dell’evento: “Cosa farà da grande?”, che spesso è connesso con una preoccupazione economica legata all’idea che la realizzazione di una persona sia dovuta al solo lavoro e guadagno. Le esperienze e le analisi che verranno presentate mostreranno invece che ci sono molti altri aspetti da valutare per poter effettivamente garantire una piena realizzazione dell’individuo.
Il programma completo dell’evento è disponibile sul sito http://www.educaonline.it.
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