Stato di emergenza e governo militare in due località dello Stato del Nord Darfur: lo ha deciso il governatore Mohammed Osman Youssef Kibir durante una conferenza stampa tenuta nel pomeriggio a El-Fasher, capitale dello Stato dove settimane di violenze tra comunità locali hanno reso la sicurezza sempre più precaria
Misna - Lo riferisce il quotidiano Sudan Tribune precisando che le località più a rischio instabilità sono Al-Waha e Kutum, in preda a turbolenze dal mese scorso; nella seconda è stato preso di mira il campo sfollati di Kassab, provocando la fuga in massa di 25.000 persone. Stato di emergenza, coprifuoco dalle 18 alle 7, chiusura delle scuole, supervisione dell’amministrazione cittadina da un militare, il brigadiere Mohammed Kamal Nour, e divieto del porto d’armi: le misure restrittive rimarranno in vigore fino a quando “la situazione non si stabilizzerà” ha aggiunto il governatore.
Al-Waha e Kutum si trovano a 120 chilometri a nord-est del capoluogo regionale. All’origine dei disordini c’è stata l’uccisione del commissario del distretto di Al-Waha e del suo autista da uomini armati al centro di Kutum il 1° agosto, seguita da una serie di attacchi e saccheggi a modo di vendetta tra le comunità Berti e Al Zayadiasi. Lunedì è invece fallito un tentativo di omicidio ai danni del commissario del distretto di Kutum. Esponenti della tribù araba di Al Zayadia hanno accusato il governatore Kibir di armare pesantemente gli uomini Berti dopo averli reclutati per formare una milizia sotto il suo comando.
La creazione di gruppi paramilitari da parte di esponenti politici locali era già stata denunciata nell’ultimo rapporto dell’ong Small Arms Survey secondo cui le autorità starebbero cercando di “sfruttare le ostilità da parte delle tribù africane – come il Bergid, Berti, Mima, e Tunjur – contro gli Zaghawa, sistematicamente classificati come ribelli da parte delle autorità locali e nazionali.
Misna - Lo riferisce il quotidiano Sudan Tribune precisando che le località più a rischio instabilità sono Al-Waha e Kutum, in preda a turbolenze dal mese scorso; nella seconda è stato preso di mira il campo sfollati di Kassab, provocando la fuga in massa di 25.000 persone. Stato di emergenza, coprifuoco dalle 18 alle 7, chiusura delle scuole, supervisione dell’amministrazione cittadina da un militare, il brigadiere Mohammed Kamal Nour, e divieto del porto d’armi: le misure restrittive rimarranno in vigore fino a quando “la situazione non si stabilizzerà” ha aggiunto il governatore.
Al-Waha e Kutum si trovano a 120 chilometri a nord-est del capoluogo regionale. All’origine dei disordini c’è stata l’uccisione del commissario del distretto di Al-Waha e del suo autista da uomini armati al centro di Kutum il 1° agosto, seguita da una serie di attacchi e saccheggi a modo di vendetta tra le comunità Berti e Al Zayadiasi. Lunedì è invece fallito un tentativo di omicidio ai danni del commissario del distretto di Kutum. Esponenti della tribù araba di Al Zayadia hanno accusato il governatore Kibir di armare pesantemente gli uomini Berti dopo averli reclutati per formare una milizia sotto il suo comando.
La creazione di gruppi paramilitari da parte di esponenti politici locali era già stata denunciata nell’ultimo rapporto dell’ong Small Arms Survey secondo cui le autorità starebbero cercando di “sfruttare le ostilità da parte delle tribù africane – come il Bergid, Berti, Mima, e Tunjur – contro gli Zaghawa, sistematicamente classificati come ribelli da parte delle autorità locali e nazionali.
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