sabato, settembre 08, 2012
Sgomberi forzati, segregazione e discriminazione: davvero non esiste un luogo che possa considerarsi casa per le migliaia di rom che vivono nei campi in Italia.

Amnesty International - Vivere in squallidi campi con un accesso minimo o addirittura nullo ad acqua ed elettricità è una realtà per molti rom. Invece di aiutare gli uomini, le donne e i minori a vivere in condizioni più accettabili, le autorità italiane li sgomberano forzatamente, spesso con un preavviso così breve da non dare loro il tempo necessario per raccogliere i loro averi. Le famiglie spesso sono sgomberate senza che venga offerta loro una sistemazione alternativa, e questo spesso le obbliga a costruirsi un nuovo riparo in qualche altro posto oppure le lascia senza una casa.

Altre volte, i rom vengono trasferiti in campi "autorizzati " in zone isolate. Allontanati dagli occhi di tutti, segregati in campi circondati da barriere e telecamere, queste famiglie incontrano grandi difficoltà nell'accedere anche ai servizi di base come scuole, negozi e assistenza sanitaria. Queste sono forme di discriminazione e la discriminazione è vietata dal diritto internazionale.

Nel febbraio 2012, il governo italiano ha presentato alla Commissione europea una Strategia nazionale per l'inclusione dei rom, impegnandosi a porre fine alla segregazione e a promuovere l'inclusione sociale. Sono passati diversi mesi e le autorità non hanno mantenuto questo impegno.

Il presidente del Consiglio dei ministri Mario Monti ha la responsabilità di assicurare che la strategia sia attuata e che l'impegno preso dal suo governo di rispettare i diritti dei rom sia effettivo.

Scrivi al presidente del Consiglio chiedendo di proteggere il diritto dei rom in Italia a un alloggio adeguato.

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