Alla luce della “grave impasse politica che minaccia gravemente la pace sociale e la stabilità” della Guinea, l’opposizione si è rivolta alla Comunità economica dell’Africa occidentale (Cedeao/Ecowas) per chiedere un sostegno internazionale per l’organizzazione di elezioni legislative attese da quasi due anni
Misna - Nel memorandum, a firma dell’Alleanza per la democrazia e il progresso (Adp) e del Collettivo dei partiti politici per la finalizzazione della transizione, le forze di opposizione deplorano il mancato svolgimento del voto, a 20 mesi dall’elezione del presidente Alpha Condé, impedendo di fatto la conclusione della transizione.Le legislative sono state rinviate più volte da dicembre 2011, ufficialmente per problemi tecnici; da allora a fare le veci del Parlamento è il Consiglio nazionale di transizione (Cnt) .
Ma per l’opposizione, che denuncia la mancata neutralità e imparzialità della Commissione elettorale nazionale indipendente (Ceni), il problema è rappresentato dalle decisioni “unilaterali e illegali del capo dello Stato nell’organizzazione del voto, dal censimento all’operato dell’organismo elettorale”. Secondo lei, così come viene organizzato lo scrutinio “non dà nessuna garanzia di regolarità e trasparenza” mentre il potere cerca di “guadagnare tempo per costruire un sistema fraudolente che gli assicuri la vittoria”. In segno di protesta a inizio settembre i rappresentanti di opposizione si erano ritirati dalla Ceni ma anche dal governo e dal Cnt. Potrebbe costituire un punto di svolta la decisione presa la scorsa settimana dal contestato presidente della Ceni, Louncény Camara, che ha rassegnato le dimissioni.
Secondo l’opposizione, l’ex colonia francese si trova a un “crocevia poiché la posta in gioco del prossimo voto va ben oltre quello di uno scrutinio ordinario”. A complicare la situazione, che potrebbe sfociare in violenze post-elettorali, c’è “l’aggravarsi delle tensioni tra comunità, l’impunità per le violazioni dei diritti umani, la miseria sempre più accentuata della popolazione e l’assenza di una politica di riconciliazione nazionale” si legge nel memorandum.
A questo punto il Collettivo e l’Adp auspicano “l’apertura di un dialogo politico serio con il potere, quello che finora non è mai accaduto” per appianare le divergenze. Alla Cedeao chiedono invece di “ristabilire con urgenza il Gruppo di contatto internazionale sulla Guinea, sciolto in modo prematuro” dopo l’elezione di Condé per “sostenere il paese fine alla conclusione effettiva della transizione”. In vista delle legislative viene anche sollecitata “l’attuazione di un meccanismo internazionale di certificazione dei risultati”.
Il clima socio-politico si è ulteriormente deteriorato dopo la repressione di una manifestazione lo scorso 27 agosto, conclusasi con decine di feriti e il fermo dei principali leader di opposizione. Un primo incontro tra le parti si è svolto mercoledì a Conakry su iniziativa del presidente Condé. La scorsa settimana era in visita nel paese una missione congiunta di Onu, Unione Africana e Cedeao.
Misna - Nel memorandum, a firma dell’Alleanza per la democrazia e il progresso (Adp) e del Collettivo dei partiti politici per la finalizzazione della transizione, le forze di opposizione deplorano il mancato svolgimento del voto, a 20 mesi dall’elezione del presidente Alpha Condé, impedendo di fatto la conclusione della transizione.Le legislative sono state rinviate più volte da dicembre 2011, ufficialmente per problemi tecnici; da allora a fare le veci del Parlamento è il Consiglio nazionale di transizione (Cnt) .
Ma per l’opposizione, che denuncia la mancata neutralità e imparzialità della Commissione elettorale nazionale indipendente (Ceni), il problema è rappresentato dalle decisioni “unilaterali e illegali del capo dello Stato nell’organizzazione del voto, dal censimento all’operato dell’organismo elettorale”. Secondo lei, così come viene organizzato lo scrutinio “non dà nessuna garanzia di regolarità e trasparenza” mentre il potere cerca di “guadagnare tempo per costruire un sistema fraudolente che gli assicuri la vittoria”. In segno di protesta a inizio settembre i rappresentanti di opposizione si erano ritirati dalla Ceni ma anche dal governo e dal Cnt. Potrebbe costituire un punto di svolta la decisione presa la scorsa settimana dal contestato presidente della Ceni, Louncény Camara, che ha rassegnato le dimissioni.
Secondo l’opposizione, l’ex colonia francese si trova a un “crocevia poiché la posta in gioco del prossimo voto va ben oltre quello di uno scrutinio ordinario”. A complicare la situazione, che potrebbe sfociare in violenze post-elettorali, c’è “l’aggravarsi delle tensioni tra comunità, l’impunità per le violazioni dei diritti umani, la miseria sempre più accentuata della popolazione e l’assenza di una politica di riconciliazione nazionale” si legge nel memorandum.
A questo punto il Collettivo e l’Adp auspicano “l’apertura di un dialogo politico serio con il potere, quello che finora non è mai accaduto” per appianare le divergenze. Alla Cedeao chiedono invece di “ristabilire con urgenza il Gruppo di contatto internazionale sulla Guinea, sciolto in modo prematuro” dopo l’elezione di Condé per “sostenere il paese fine alla conclusione effettiva della transizione”. In vista delle legislative viene anche sollecitata “l’attuazione di un meccanismo internazionale di certificazione dei risultati”.
Il clima socio-politico si è ulteriormente deteriorato dopo la repressione di una manifestazione lo scorso 27 agosto, conclusasi con decine di feriti e il fermo dei principali leader di opposizione. Un primo incontro tra le parti si è svolto mercoledì a Conakry su iniziativa del presidente Condé. La scorsa settimana era in visita nel paese una missione congiunta di Onu, Unione Africana e Cedeao.
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