lunedì, settembre 03, 2012
I membri della minoranza sciita sono rinchiusi nel campo sportivo dal 27 agosto, dopo gli scontri con la maggioranza sunnita. Per il governo locale le condizioni umanitarie sono inaccettabili, ma nessun funzionario sta facendo nulla per aiutare i rifugiati. L'Islamic Network of Anti-Discrimination e altre organizzazioni umanitarie denunciano il clima di odio contro gli sciiti.

Jakarta(Asianews) -Le autorità locali di Sampang (Isola di Madura) vogliono cacciare per ragioni di ordine pubblico centinaia di musulmani appartenenti alla minoranza sciita. Essi avevano trovato rifugio nel campo sportivo della città dopo gli scontri il 27 agosto fra sunniti e sciiti, costati quattro morti. Ieri diverse organizzazioni per i diritti umani fra cui StaraMuda, Prasastti, GusDurian Jombang e l'Islamic Network of Anti-Discrimination (Jiad), hanno lanciato un appello per denunciare le pessime condizioni della minoranza sciita e il silenzio dei funzionari pubblici e della polizia.

An Ashori, presidente del Jiad, sottolinea ad AsiaNews che fino ad ora nessun politico o funzionario ha fatto visita ai cittadini sciiti, imprigionati nello loro stessa città. A tutt'oggi la polizia rifiuta di indagare sulla sorte di 20 persone sparite durante le violenze e solo un'organizzazione umanitaria e un gruppo per il dialogo interreligioso si occupano di aiutare i rifugiati.

Nei giorni scorsi diversi leader moderati ed esponenti del fronte islamico hanno criticato l'operato del presidente Susilo Yudhoyono, che non fa nulla per fermare le violenze e sradicare il seme dell'odio fra gli stessi fedeli di Maometto nel Paese musulmano più popoloso al mondo. Dopo gli scontri del 27 agosto, gli esponenti del Consiglio islamico degli ulema (Majelis Ulama Indonesia - Mui) di Sampang e di Java orientale hanno continuato ad aizzare i sunniti contro la minoranza sciita e il suo leader Tajul Muluk definito dagli ulema "un cancro da estirpare".

Muluk è già stato condannato a due anni carcere per aver diffuso insegnamenti contrari alla morale islamica, ma ha fatto ricorso chiedendo il riesame del verdetto. Egli è inoltre accusato di aver fomentato con la sua predicazione "eretica" l'odio dei sunniti nei confronti degli sciiti. In questi giorni il governo locale,in combutta con la polizia e le autorità islamiche, ha diffuso fra la popolazione indonesiana tali illazioni, scaricando la responsabilità degli scontri sulla minoranza sciita, che non avrebbe fatto nulla per fermare il suo leader, giustificando in questo modo l'inerzia delle forze dell'ordine nel sedare le violenze. Secondo fonti di AsiaNews anche il Nahdlatul Ulama (Nu), la più importante organizzazione islamica moderata dell'Indonesia, è diviso. Molti esponenti dell'Nu di Sampang appoggiano la posizione delle autorità sunnite, che premono per una cacciata degli sciiti dalla città. Fino ad ora i responsabili nazionali dell'Nu hanno preferito non fare dichiarazioni ufficiali, giudicando la situazione "molto delicata".

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