martedì, settembre 11, 2012
“La popolazione di Aleppo, cristiani e musulmani, sta dando una grande dimostrazione di solidarietà, ma se i combattimenti non cesseranno la situazione umanitaria inevitabilmente si farà molto più pesante”.  

Misna - Una fonte missionaria della MISNA raggiunta ad Aleppo racconta la vita della più popolosa città della Siria dopo quasi due mesi di scontri armati e fa suonare l’allarme su quelle che potrebbero essere le prossime conseguenze. “Adesso, con il bel tempo, migliaia di sfollati hanno potuto vivere anche nei giardini pubblici per sfuggire agli scontri in corso in alcuni quartieri della città – aggiunge la fonte che preferisce mantenere l’anonimato – e altre migliaia sono ospiti in chiese, moschee ed edifici pubblici. Ma così come è adesso e se sul campo non ci saranno sviluppi significativi, la situazione non sarà più sostenibile in autunno e inverno”.

Intanto l’aumento dei prezzi dei generi alimentari e di prima necessità e la contemporanea riduzione dei posti di lavoro sta a sua volta contribuendo a peggiorare la situazione delle fasce più deboli della popolazione. Chi può fugge, ma non tutti hanno questa possibilità.

Ancora ieri ad Aleppo, così come in molte altre parti del paese, si è combattuto. Ad Aleppo due ordigni sono stati fatti esplodere all’interno di un’area sorvegliata causando numerose vittime. Secondo fonti dell’opposizione i morti erano tutti militari; fonti locali della MISNA riferiscono però che l’area è densamente abitata e che non è improbabile che ci siano state vittime civili. Il governo di Damasco sta a sua volta utilizzando l’aviazione per colpire le postazioni ribelli, ma le bombe sganciate dall’alto hanno colpito aree residenziali nell’est della città. Incerto anche in questo caso il bilancio.

E’ intanto cominciato oggi dal Cairo la prima missione diplomatica di Lakhdar Brahimi, il nuovo inviato in Siria di Onu e Lega Araba. Brahimi incontrerà esponenti del governo egiziano prima di fare rotta per Damasco: in programma ci sono colloqui con il presidente Mohammed Morsi, il ministro degli Esteri Mohammed Kamer Amr e il segretario generale delle Lega Araba, Nabil Al Araby.


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