mercoledì, settembre 05, 2012
Sono stati 103.416 i cittadini siriani registrati dall’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Acnur) o in attesa di registrazione: un dato che riguarda chi è riuscito a raggiungere i paesi confinanti della Siria, che fa riferimento al solo mese di agosto e non tiene conto degli sfollati interni che ammontano a diverse centinaia di migliaia. 

Misna - La preoccupante fotografia del quadro umanitario a un anno e mezzo dall’inizio della crisi siriana è stata fornita oggi dall’Acnur secondo cui agosto è stato finora il mese con il più alto numero di rifugiati registrati da quando il conflitto è cominciato. Parlando a Ginevra con i giornalisti, la portavoce dell’organismo delle Nazioni Unite, Melissa Fleming, ha detto che gran parte dei rifugiati sostiene di aver scelto la fuga per motivi precauzionali e solo in alcuni casi per minacce dirette, ma non per questo la situazione sembra meno grave.

Tra le fasce della popolazione più vulnerabili sono i rifugiati che avevano scelto la Siria come loro destinazione negli anni scorsi, in particolare gli iracheni. Di questi, secondo il governo di Baghdad, almeno 35.000 hanno fatto ritorno in Iraq tra luglio e agosto. Secondo l’Unrwa – l’agenzia dell’Onu impegnata al fianco dei rifugiati palestinesi – almeno 225.000 palestinesi potrebbero aver subito conseguenze dirette del conflitto e 4000 di loro sono fuggiti in Libano e Giordania.

Difficili sono poi le condizioni degli sfollati che solo in parte stanno ricevendo aiuti dalle organizzazioni umanitarie, in particolare della Mezzaluna Rossa e del Comitato internazionale della Croce Rossa. Il presidente di quest’ultima, Peter Maurer, oggi ha incontrato a Damasco il capo di Stato siriano Bashar Al Assad e secondo l’agenzia di stampa Sana sono stati concordati meccanismi necessari per rafforzare la cooperazione. Maurer resterà in Siria fino a giovedì.

A rendere più fosco il quadro, è stata l’ammissione fatta ieri dall’inviato speciale in Siria di Onu e Lega Araba, Lakhdar Brahimi, della grande difficoltà a questo punto di riuscire a mediare tra le parti in conflitto.


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