giovedì, ottobre 25, 2012
Come sempre, le autorità inaspriscono il controllo di attivisti per i diritti umani e dissidenti nella capitale. Fra i più vessati c’è Hu Jia, ai domiciliari coatti dallo scorso settembre: nonostante abbia gravi problemi al fegato, non ha neanche il permesso di curarsi.

Pechino (Asia News) - Con l'avvicinarsi del 18mo Congresso del Partito comunista, le autorità hanno messo in atto una serie di misure per impedire qualunque cosa possa turbare il tranquillo svolgimento del summit politico. Fra i primi a farne le spese vi è Hu Jia, uno dei più noti dissidenti della Cina contemporanea, ai domiciliari dallo scorso settembre: la sua salute sta peggiorando e lui non ha la possibilità di seguire la terapia prescritta dai medici.

Lo scorso 23 ottobre la polizia lo ha portato in ospedale per gli esami di routine cui si sottopone due volte al mese, le uniche occasioni in cui può uscire di casa. I risultati mostrano un emangioma al fegato e diverse cisti, segni comuni di problemi epatici: i medici tuttavia escludono per ora la possibilità di un cancro.

La sua situazione non può che peggiorare, dato che gli agenti gli impediscono di stare al sole e di comprare cibo fresco, elementi necessari per curare il fegato. Inoltre ha l'epatite B e un inizio di cirrosi epatica, tutti disturbi che necessitano una terapia continuata e una vita il più possibile sana. Parlando al telefono dalla sua casa di Pechino, Hu spiega: "La situazione è di base come quella del 17esimo Congresso comunista dello scorso anno, ma a condizioni più dure. Non mi lasciano neanche andare al supermercato. Non posso andare neanche nel cortile di casa: il mio umore è molto basso, non posso fare esercizio e ho perso appetito.

Hu Jia, attivista democratico, è stato rilasciato nel giugno del 2011 dopo 3 anni e mezzo di detenzione per "sovversione del potere statale" e per i contatti con la stampa internazionale: Hu è infatti una sorta di collettore della dissidenza, che mette in contatto gli attivisti per i diritti umani in Cina con il resto del mondo. Il dissidente è stato tra i primi a denunciare lo scandalo dell'Henan, la provincia nella quale alla fine degli anni novanta migliaia di contadini hanno contratto l'Aids attraverso trasfusioni di sangue infetto. È entrato in carcere nell'aprile del 2007 e nel 2008 è stato condannato. Gli allarmi per la sua salute si sono moltiplicati nel corso degli anni.

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