Torna in aula a Grosseto Francesco Schettino, comandante della nave Costa Concordia naufragata lo scorso 13 gennaio all’isola del Giglio e saluta le telecamere.
Youreporternews - Grosseto. Partecipa all’incidente probatorio sulla scatola nera dell’imbarcazione, il cui schianto contro lo scoglio ha causato la morte di 32 persone. “Non ce la dovete avere con me, perché io, con la mia manovra, ho salvato la vita a voi e a tantissimi passeggeri”, dice il comandante ad una coppia di coniugi tedeschi, sopravvissuta al naufragio (nel video immagini della marina militare, che prende parte con dei gommoni alle ricerche dei dispersi dopo il naufragio della nave Costa Concordia, a Grosseto, 15 gennaio 2012, di Stefano De Nicolo)
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Schettino ieri ha incontrato altri parenti dei naufraghi. Stringendo la mano ai famigliari di uno scomparso si è augurato che venga fatta presto luce sul disastro accaduto. Per questo sarebbe presente alla perizia, “deve essere riportata la verità, ma le cose che vengono sostenute dai periti non sempre sono esatte”, avrebbe confidato Schettino ad alcuni superstiti. GUARDA ALTRE IMMAGINI DELLA COSTA, ANCORA RICERCHE DEI DISPERSI IL 26 GENNAIO
Schettino è entrato in aula attraverso l’ingresso secondario, dopo di lui i pm della procura di Grosseto e i periti. Schettino era a Grosseto assieme ad altri indagati: il vice Ciro Ambrosio, l’ufficiale Salvatore Ursino e il capo dell’unità di crisi di Costa Crociere, Roberto Ferrarini, per un’udienza durata 7 ore. ALTRE IMMAGINI RELITTO COSTA CONCORDIA AL GIGLIO
Nel pomeriggio i periti hanno illustrato i risultati della perizia sulla scatola nera, tra cui l’errore di manovra del comandante Schettino, il ritardo nel dare l’allarme e nel predisporre l’abbandono della nave Concordia, quella sera.
Il legale del comandante, l’avvocato Bruno Leporatti ha chiesto l’estensione dell’incidente probatorio al timoniere, di origini indonesiane che secondo la difesa con capì l’ordine del capitano, virando a sinistra, anziché girare a destra.
La replica del procuratore capo di Grosseto, Francesco Verusio, che individua nelle azioni di Schettino le cause principali del disastro, è secca: “non si ravvede la necessità di far partecipare il timoniere: quando l’ordine fu impartito la nave era già contro lo scoglio”, afferma.
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Schettino ieri ha incontrato altri parenti dei naufraghi. Stringendo la mano ai famigliari di uno scomparso si è augurato che venga fatta presto luce sul disastro accaduto. Per questo sarebbe presente alla perizia, “deve essere riportata la verità, ma le cose che vengono sostenute dai periti non sempre sono esatte”, avrebbe confidato Schettino ad alcuni superstiti. GUARDA ALTRE IMMAGINI DELLA COSTA, ANCORA RICERCHE DEI DISPERSI IL 26 GENNAIO
Schettino è entrato in aula attraverso l’ingresso secondario, dopo di lui i pm della procura di Grosseto e i periti. Schettino era a Grosseto assieme ad altri indagati: il vice Ciro Ambrosio, l’ufficiale Salvatore Ursino e il capo dell’unità di crisi di Costa Crociere, Roberto Ferrarini, per un’udienza durata 7 ore. ALTRE IMMAGINI RELITTO COSTA CONCORDIA AL GIGLIO
Nel pomeriggio i periti hanno illustrato i risultati della perizia sulla scatola nera, tra cui l’errore di manovra del comandante Schettino, il ritardo nel dare l’allarme e nel predisporre l’abbandono della nave Concordia, quella sera.
Il legale del comandante, l’avvocato Bruno Leporatti ha chiesto l’estensione dell’incidente probatorio al timoniere, di origini indonesiane che secondo la difesa con capì l’ordine del capitano, virando a sinistra, anziché girare a destra.
La replica del procuratore capo di Grosseto, Francesco Verusio, che individua nelle azioni di Schettino le cause principali del disastro, è secca: “non si ravvede la necessità di far partecipare il timoniere: quando l’ordine fu impartito la nave era già contro lo scoglio”, afferma.
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