sabato, ottobre 06, 2012
Proseguono gli interventi al Cortile di Francesco con il grido della Terra e dei poveri: dal rapporto con la creazione alla relazione con gli altri, sull’insegnamento di Francesco

di Monica Cardarelli

Il rapporto tra l’uomo e il creato è stato oggetto di discussione della tavola rotonda cui hanno partecipato Giuliana Martirani e Giuseppe Viriglio, moderati da Monica Maggione. Dopo aver constatato il difficile rapporto tra l’uomo e la terra che ha da sempre presentato fasi cicliche di crisi, è stato messo in evidenza quanto l’intervento dell’uomo sulla natura sia stato rivolto finora al possesso: è stato tagliato più del 30% delle foreste ad esempio, senza considerare in tutto questo le specie animali e di biodiversità che sono state uccise. C’è da augurarsi un rapporto di cooperazione, di collaborazione con la Madre Terra attraverso un uso intelligente del tempo e soprattutto tramite la considerazione della presenza dell’uomo nella natura come creatura tra le creature e non come dominatore.

In questo san Francesco aveva ben compreso, perché l’aveva sperimentata nella sua vita, questa relazione di fratellanza con il creato. Dobbiamo passare da una fase adolescenziale in cui l’uomo e la terra sono in conflitto per giungere alla fase della maturità, quella della reciproca obbedienza. Dobbiamo cioè ripensare la creazione, e soprattutto essere partecipi della creazione che si perpetua quotidianamente nel creato in azione entrando in dialogo con la natura.

Il rapporto con la natura è strettamente legato anche al rapporto con i fratelli, perché violando la natura vengono violati anche i diritti degli ultimi. Ne hanno parlato Lucia Annunziata, Luigino Bruni, Domenico De Masi, Federico Rampini e Alex Zanotelli, coordinati da Viman Cusenza. I relatori hanno sottolineato il ruolo giocato dalla percezione che ognuno di noi ha della propria ricchezza e povertà, nonché il fatto che alla povertà economica sottende sempre un rapporto sbagliato, una povertà interpersonale di rapporti e di diritti. Alex Zanotelli ha spiegato come il grido dei poveri sia il grido di Dio, che è sempre dalla parte degli ultimi, degli oppressi, degli emarginati. Ha poi ricordato di come, prima di rientrare in Italia, la tribù del villaggio africano presso cui stava ha pregato affinché tornasse “dalla tribù bianca a convertirla”. C’è bisogno di cambiare radicalmente gli stili di vita, tornare a quella sobrietà tanto cara a Francesco e viverla concretamente. Richiamando proprio l’esempio di Francesco d’Assisi, Alex Zanotelli ha sottolineato come lui avesse vissuto il Vangelo ‘sine glossa’, senza interpretazione, vivendo anche un rapporto con i beni della terra e con le ricchezze considerandoli come un dono di Dio per tutti gli uomini.

Luigino Bruni ha poi concluso ricordando come tutto sia cominciato dall’abbraccio al lebbroso di Francesco, cui dobbiamo tutti tendere: la condivisione di vita del povero. Con quell’abbraccio, Francesco condivide la sua povertà inserendolo nuovamente nella comunità. Ha infine ricordato l’importanza dei francescani nella creazione dei monti di pietà , che hanno rappresentato una risposta concreta al problema della povertà.

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