venerdì, ottobre 26, 2012
Il cessate il fuoco sarà in vigore dal 26 al 29 ottobre, per celebrare la ricorrenza musulmana dell'Eid al-Adha. Ieri i ribelli sono avanzati in alcune zone centrali di Aleppo, città chiave per le sorti del conflitto. Ban Ki-moon auspica “negoziati politici” per la fine delle ostilità. Croce rossa pronta a inviare aiuti nelle aree di guerra.

AsiaNews - In Siria è entrato in vigore un cessate il fuoco della durata di quattro giorni fra esercito di Damasco e milizie ribelli, per celebrare l'Eid al-Adha, la festa musulmana del sacrificio. Tuttavia, la leadership militare avverte che - a dispetto della fragile tregua - non esiterà a rispondere in caso di attacchi degli insorti. E al-Jazzera poco fa ha sostenuto che l'esercito ha sparato per disperdere una manifstazione, provocando quattro morti
.

Se reggerà, la breve sospensione del conflitto per la ricorrenza islamico è stata proposta dall'inviato delle Nazioni Unite e della Lega araba Lakhdar Brahimi, che non ha perso la speranza di avviare un serio processo di pace che porti alla fine del conflitto e a una maggiore democratizzazione del Paese. La tregua è per l'Eid al-Adha è iniziata questa mattina alle 6 ora locale, secondo quanto riferisce la tv siriana, ed è l'ennesimo tentativo (gli altri finora sono falliti) di fermare anche solo per qualche giorno il conflitto. La festa ricorda il sacrificio di Abramo, che pur di compiacere al comandamento divino, avrebbe ammazzato il figlio; ma dopo l'intervento dell'angelo ha ucciso al suo posto un montone. Questa festa simboleggia quindi la fede, la sottomissione e l'obbedienza totale e indiscussa a Dio nell'islam. Ieri i ribelli sono avanzati fino a raggiungere alcune zone del centro di Aleppo, nel nord della Siria; è la seconda più grande città del Paese, oltre che luogo simbolo della guerra e campo di battaglia fondamentale per decidere le sorti del conflitto. Intanto le forze armate di Damasco hanno diffuso un comunicato in cui affermano che le "operazioni militari" saranno interrotte dal 26 al 29 ottobre. Washington ha accolto con favore la tregua, mentre il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon auspica che questo cessate il fuoco parziale possa sfociare in veri e propri negoziati politici. L'agenzia della Nazioni Unite per i rifugiati è pronta a inviare scorte e materiale di emergenza a migliaia di famiglie, che vivono in aree teatro di battaglia e sinora inaccessibili. Il comitato internazionale della Croce rossa aggiunge che se la tregua "reggerà", sarà inoltre possibile inviare aiuti al popolo siriano in difficoltà a causa della guerra. La rivolta contro il governo del presidente siriano Bashar al-Assad è iniziata nel marzo 2011. Secondo gli attivisti, a causa del conflitto sono morte oltre 35mila persone; per le Nazioni Unite la stima indicativa è di 20mila vittime. Testimoni e attivisti riferiscono che ieri ad Aleppo l'esercito siriano ha abbandonato le postazioni militari nel distretto cristiano di al-Seryan, e nella vicina area a maggioranza curda di Ashrafiyeh. Un portavoce dei ribelli avrebbe dichiarato che gli oppositori al regime di Damasco hanno conquistato i sobborghi sud-occidentali di Salah al-Din e Suleiman al-Halabi.

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