martedì, ottobre 09, 2012
Amnistia per quei reati commessi con l’obiettivo di “sostenere la rivoluzione” e di “raggiungere i suoi obiettivi”: lo ha annunciato il presidente Mohamed Morsy in un decreto pubblicato sulla sua pagina Facebook. 

Misna - Ne usufruiranno tutte quelle persone arrestate dall’inizio dell’insurrezione che ha portato alla destituzione di Hosni Mubarak, il 25 gennaio 2011, fino al 30 giugno 2012, giorno in cui Morsy è entrato in carica. Il ‘perdono’ del capo dello Stato riguarderà i cittadini già condannati dalla giustizia, che stanno scontando una pena in carcere, ma anche quelli attualmente processati o indagati, ad eccezione dei colpevoli o accusati di omicidio volontario.

Il decreto interviene a cento giorni dall’investitura di Morsy, primo presidente egiziano eletto con un voto libero e democratico, e alla vigilia della commemorazione degli eventi di Maspero, durante i quali l’anno scorso una ventina di manifestanti erano rimasti uccisi in scontri con le forze di sicurezza intervenute per disperdere un raduno di copti. In occasione del suo primo intervento da presidente eletto, pronunciato in Piazza Tahrir lo scorso giugno, Morsy si era impegnato a far liberare tutti quei civili detenuti. Da allora ha istituito un apposito gruppo di lavoro incaricato di valutare ogni caso, portando alla liberazione di almeno 572 persone già processate da corti civili o militari e a una riduzione di pena per altre 16.

Il decreto, reso noto nella serata di ieri, prevede che il procuratore generale e quello militare preparino l’elenco dei cittadini che hanno diritto all’amnistia. Le persone che non usufruiranno del provvedimento avranno a disposizione un mese di tempo per fare ricorso; le domande saranno esaminate da comitati ad hoc. Per i sostenitori di Morsy, il decreto rappresenta “una delle più importanti vittorie dalla fine della rivoluzione in quanto è la legge stessa a proteggere i rivoluzionari”.

Secondo il gruppo ‘No ai processi militari’ (No to Military Trials) almeno 5000 prigionieri politici sono ancora in carcere. Altri attivisti, che stimano in 12.000 il numero di civili processati in relazione alla rivolta popolare, rimproverano a Morsy di non aver fatto abbastanza finora per porre fine alla repressione poliziesca, che è ancora una realtà, e chiedono di estendere l’amnistia al periodo antecedente alla caduta dell’ex rais.

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