domenica, ottobre 21, 2012
Sono un miliardo gli utenti che nel mondo si collegano al social network inventato da Mark Zuckerberg: una sorta di grande continente "abitato" soprattutto da ventenni

Città Nuova - Il 14 settembre scorso Facebook ha raggiunto quota un miliardo di utenti, che si collegano almeno una volta al mese. S’impone una nuova geografia: nel mappamondo virtuale costituito da internet – che vive ormai strettamente interconnesso al mappamondo fisico - Facebook assume le dimensioni d’un vero e proprio continente. Anzi, per numero d’abitanti sarebbe il secondo continente al mondo, secondo solo all’Asia. Un continente giovane, con l’età media sui 22 anni. E un continente in grande espansione. Nell’America del Nord quasi la metà della popolazione ha un profilo Facebook, l’Oceania sta a ruota, poi segue il Sud America, quindi l’Europa con circa il 30 per cento degli abitanti, Asia e Africa sono i fanalini di coda.

L’Italia è all’undicesimo posto della classifica della nazioni col maggior numero di utenti (con quasi 22 milioni e mezzo di “amici”), al primo posto gli USA. L’ideatore di Facebook, Mark Zuckerberg, ha 28 anni, e un patrimonio stimato di più di 10 miliardi di dollari. Sul suo Facebook si fa di tutto: ci si scambia idee su come coltivare i pomodori, si fa politica, ci si fidanza e ci si separa, si fanno rivoluzioni, perché grande è stato il ruolo dei social network nella primavera araba.

Ha avuto un successo incredibile l’idea di creare una ragnatela di amicizie con cui ci si tiene in contatto, si ripescano amicizie andate perdute, si commentano pagine di altri, si espongono le proprie idee, foto, esperienze, ma si perde anche un sacco di tempo a raccontare e leggere cose inutili. Ci si espone con grande facilità e leggerezza, anche se conoscersi è sempre un’impresa: la stessa dall’inizio del mondo.

I mezzi tecnologici non suppliscono alla qualità delle relazioni, e la quantità si commenta da sé: chi si vanta del record di amicizie avute su Facebook probabilmente avrà poco tempo per un’amicizia vera, di quelle old-fashion, a quattr’occhi. Papa Benedetto XVI, affermando che i social network sono ormai parte integrante della vita umana, non cita apertamente Facebook, ma il riferimento ad esso è assai chiaro: «Nella ricerca di condivisione, di "amicizie", ci si trova di fronte alla sfida dell’essere autentici, fedeli a se stessi, senza cedere all’illusione di costruire artificialmente il proprio "profilo pubblico". Qui sta la questione: il coinvolgimento in queste reti "conduce a nuove forme di relazione interpersonale, influisce sulla percezione di sé" e "pone quindi, inevitabilmente, la questione non solo della correttezza del proprio agire, ma anche dell’autenticità del proprio essere. La presenza in questi spazi virtuali può essere il segno di una ricerca autentica di incontro personale con l’altro se si fa attenzione ad evitarne i pericoli, quali il rifugiarsi in una sorta di mondo parallelo, o l’eccessiva esposizione al mondo virtuale».

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