giovedì, ottobre 18, 2012
Si celebra oggi la Giornata europea contro la tratta di esseri umani, reato tra i più gravi a livello mondiale, violando i diritti delle persone, costrette ai lavori forzati, in massima parte sfruttate a scopi sessuali.  

Radio Vaticana - Un’industria illegale che frutta miliardi di dollari. Di questi temi, hanno discusso in questi giorni a Londra parlamentari europei ed esperti. Tra le associazione chiamate a partecipare l’Ecpat, in prima linea nella lotta al traffico, alla pornografia e alla prostituzione infantile. Il servizio di Roberta Gisotti: ascolta.
Si stima siano nel mondo 12 milioni le persone "trafficate", per l’80% sfruttate a scopi sessuali, in massima parte donne, 2 su 10 minorenni, in balia di organizzazioni criminose. Il fenomeno è diffuso in tutti i Paesi del mondo, che esportano e importano moderni schiavi. L’Europa non fa eccezione. Quasi tutti i Paesi sono mete della tratta, che giunge dall’Asia orientale, dal Sud America, dall’Africa occidentale, in particolare dalla Nigeria, ma soprattutto dal centro, sud ed est europeo. Fabio Bellumore, portavoce dell’Ecpat-Italia:

R. – In Europa, si dice che il 79% delle vittime siano femmine, di cui il 12% minorenni, mentre il 21% sono uomini di cui il 3% minorenni. La tratta di persone, di esseri umani e in particolare di bambini è un triste mercato: si calcola che in Italia, sull’intera fascia di donne prostituite, tra il 7 e il 10 % siano minorenni.

D. – L’Unione Europea nel giugno scorso ha varato un piano per contrastare questa vergognosa attività. Quali sono i punti principali?

R. – I punti sono: una migliore identificazione e protezione delle vittime, un perseguimento crescente dei trafficanti, lo sviluppo di sistemi di protezione dell’infanzia, la creazione di unità nazionali preposte all’applicazione della legge sul traffico di esseri minori e la creazione di squadre investigative comuni. Ecpat-Italia sostiene da tempo che il traffico di persone e il traffico di minori è un racket di cui bisogna seguire i soldi. Se si mettesse insieme una cooperazione, cioè un’azione congiunta dei vari Stati, un’azione giudiziaria congiunta, si potrebbe veramente lavorare meglio. Questo è quello che noi abbiamo detto anche a Londra nel Parlamento inglese, dove il presidente di Ecpat Italia era presente, l’altro ieri e ieri.

D. – Quindi, trattare questo fenomeno come una vera e propria attività di criminalità organizzata?

R. – Sì, esatto: bisogna trattarlo in questa maniera.


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