mercoledì, ottobre 24, 2012
"In considerazione dell'enorme numero di persone che ogni giorno soffrono la fame - ha detto Jean Ziegler, Special Rapporteur dell'Onu sul diritto umano al cibo parlando di biocarburanti- coltivare palma da olio, soia o canna da zucchero per nutrire delle automobili è un crimine contro l'umanità".

Greenreport - E i dati sono tali che gli danno ragione: fra il 2001 e il 2006 la quantità di mais sottratta al mercato alimentare e destinata alla produzione di biocarburanti è aumentata del 300%. Nel 2008 la cifra ammontava già a un quarto della produzione totale di mais americano, e nel corso dei prossimi 10 anni è destinata a diventare un terzo. E secondo l'IFPRI (International Food Policy Research Institute ) di questo passo entro il 2020 il prezzo del granoturco aumenterà fra il 26% e il 72%. E per ogni 1% di aumento, 16 milioni di persone nel mondo saranno ridotte alla fame . Inoltre produrre biocarburante è tutt'altro che a impatto zero: per ogni ettaro di terra, la produzione di biocarburanti richiede il triplo dell'acqua necessaria per la coltivazione di prodotti ortofrutticoli e la produzione di un litro di etanolo richiede 4 litri di acqua per l'irrigazione... infine, molti Paesi, come il Mozambico, le terre svendute per la produzione di biocarburanti sono 10 volte di più di quelle svendute per produrre cibo e la superficie totale mondiale soggetta a land-grabbing ha raggiunto in 4 anni i 60 milioni di ettari (2 volte l'Italia). Nonostante la retorica della valorizzazione di terre incolte, le terre utilizzate per la produzione di biocarburanti sono sempre le migliori e le popolazioni residenti sono generalmente espulse dall'oggi al domani senza indennizzo, senza possibilità di ricorsi legali, e non di rado in maniera brutale.

Dietro il nome "biocarburante, dunque, si nasconde una realtà molto più complessa che ha delle conseguenze negative sia sulla biodiversità che sulla sovranità alimentare in Europa e nel mondo: sottrazione di terre, utilizzo di monocolture intensive che danneggiano il suolo e inquinano il mercato innalzando i prezzi delle cosiddette "commodities"(i beni primari di consumo grano, mais ecc.) e violazioni di diritti. Per questo Cospe che come associazione lavora in molte realtà dove queste cose accadono giornalmente, insieme con il movimento mondiale per la sovranità alimentare, le associazioni ambientaliste e per la difesa dei diritti dell'uomo, la Fao e molti altri, chiede che sia rivista la politica "falsamente bio"- come viene definita da molte associazioni attive su queste tematiche - dell'Europa (la European Bioful Policy che prevede che entro il 2020 il 5% delle benzine sia a base di biocarburanti e la percentuale è destinata a crescere fino al 25%).

Con questo messaggio Cospe aderisce alla Critical Mass decennale di Firenze del prossimo 25 ottobre, proponendo di dedicare la giornata a manifestare la propria critica al consumo insostenibile dipinto di verde, usando il più ecologico dei mezzi, la bicicletta. L'appuntamento è alle 1830 in piazza SS. Annunziata a Firenze. Azioni di sensibilizzazione e sorprese coloreranno le strade di Firenze, per discutere con la cittadinanza di sovranità alimentare e politiche territoriali, per dire no ai biocarburanti, con lo slogan "Hai voluto il biocarburante? E allora pedala!".

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