sabato, ottobre 20, 2012
Una serie di consigli letterari per approfondire il tema della criminalità organizzata

di Paola Bisconti

Per conoscere le dinamiche della criminalità organizzata, oltre a seguire i fatti di cronaca è possibile lasciarsi coinvolgere dalla lettura di libri che affrontano approfonditamente la questione. L’attenzione che un vasto pubblico sta dedicando all’argomento ha addirittura permesso ad alcune case editrici di sperimentare un nuovo genere letterario, il graphic novel, che permette di spiegare e raccontare temi delicati come la mafia impiegando le strisce e i fumetti che danno voce a nuovi “eroi”. Il comic si è rivelato una nuova forma impegnata, in grado di conquistare il lettore di qualsiasi età: le vignette esaltano i personaggi che però non sono frutto dell’immaginario, ma uomini e donne realmente esistiti, molti dei quali vittime di attentati mafiosi.

“Round Robin” e “Becco Giallo” sono due case editrici che si sono particolarmente distinte per la divulgazione di alcuni fumetti. La prima ha pubblicato: “Libero Grassi. Cara mafia, io ti sfido”; “Pippo Fava. Lo spirito di un giornale”; “Antonio Caponnetto. Non è finito tutto”; “Natale De Grazia. La nave dei veleni”; “Giancarlo Siani. È lui che mi sorride”; “Lollò Cartisano. L’ultima foto alla ‘ndrangheta”; “Roberta Lanzino. Ragazza”. La Becco Giallo ha invece edito “L’invasione degli scarafaggi. La mafia spiegata ai bambini (e agli adulti che non vogliono capire) e “Peppino Impastato, un giullare contro la mafia”.

Proprio la storia di Peppino Impastato è sicuramente una delle più note tra quelle delle vittime della mafia, grazie anche al celebre film “I cento passi” che descrive l’impegno del giovane militante comunista originario di Cinisi, figlio di padre mafioso, che osò ribellarsi a Cosa Nostra sbeffeggiando politici e mafiosi nel programma “Onda pazza” di Radio Out, e tra questi molti dei suoi parenti appartenenti al clan Manzella. Ciò che rende ancora più straordinaria la storia di questo giovane eroe siciliano è che per la prima volta una commissione parlamentare ha fatto luce sui veri responsabili della sua morte. Il libro “Peppino Impastato. Anatomia di un depistaggio” scritto da Giovanni Russo Spena, recentemente pubblicato da Editori Riuniti, racconta quante bugie sono state dette per oltre 20 anni con lo scopo di nascondere gli autori di quell’omicidio avvenuto nella notte tra il 7 e l’8 maggio del 1978. Grazie alla tenacia di Giovanni Impastato, il fratello di Peppino, e della madre Felicia Bartolotta, scomparsa nel 2004, la Procura di Palermo nel 2001 ha riaperto l’inchiesta condannando a 30 anni di reclusione Vito Palazzolo, autore del delitto, e all’ergastolo il boss Gaetano Badalamenti, mandante dell’omicidio e deceduto 8 anni fa. Nel 2011 fu confiscata la casa del capo clan, che si servì dell’appoggio di Antonio Subranni, generale dei carabinieri di Terrasini detto “u panciutu”, che giunto alla stazione ferroviaria del paese dove fu fatto saltare in aria Peppino Impastato folgorato da una bomba di tritolo dichiarò subito che si trattava di un omicidio e definì Peppino un terrorista. A distanza di anni giustizia è stata fatta e Giovanni Russo Spena, autore del testo nonché presidente della commissione che ha lavorato sul caso Impastato insieme a Michele Figurelli, Giuseppe Lumia, Nichi Vendola e Gaetano Miccicchè, ha riportato fra le pagine del libro la relazione che vede imputati i veri colpevoli di quell’omicidio così efferato. La lettura del volume consente di comprendere da vicino i passaggi che hanno permesso il successo dell’inchiesta.

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