L’intervento dell’arcivescovo emerito di Radom al Sinodo dei Vescovi in Vaticano in occasione del 50° anniversario del Concilio Vaticano II: “L’Ospedale va considerato uno spazio privilegiato di evangelizzazione, perché laddove la Chiesa si fa veicolo della presenza di Dio essa diventa al tempo stesso strumento di una vera umanizzazione dell’uomo e del mondo”
di Carlo Mafera
“La Chiesa, in adesione al mandato di Gesù ‘Euntes docete et curate infirmos’ (Mt 10, 6-8), nel corso della sua storia ha sempre avvertito il servizio ai malati come parte integrante della sua missione evangelizzatrice. In tal senso, il mondo della sofferenza e della malattia nelle sue diverse articolazioni costituisce un ambito specifico e una via imprescindibile di evangelizzazione, che esige perciò di essere costantemente ripreso, come attesta la sfida che soprattutto oggi l’evangelizzazione affronta nel dialogo con la scienza e la biotecnologia applicata, in cui si gioca radicalmente la possibilità stessa di uno sviluppo umano integrale.
La pastorale della salute ha pertanto un campo di azione in molteplici e complementari articolazioni, che vanno dall’ospedale ai rapporti con le diverse figure professionali dell’arte sanitaria (medici, infermieri, cappellani adeguatamente preparati, amministratori delle risorse finanziarie a beneficio delle politiche sanitarie, politici impegnati nella formulazione legislativa su delicate questioni di bioetica); dall’incontro personale con le persone segnate dal mistero del dolore e dal dialogo con le loro famiglie alla pastorale nelle parrocchie; dalla collaborazione con il variegato mondo del volontariato alla grande opera di misericordia e di speranza che viene svolta nei Santuari - soprattutto mariani - dove sovente affluisce il mondo della sofferenza, anche durante la Giornata Mondiale del Malato.
In particolare, l’Ospedale va considerato uno spazio privilegiato di evangelizzazione, perché laddove la Chiesa si fa “veicolo della presenza di Dio” diventa al tempo stesso “strumento di una vera umanizzazione dell’uomo e del mondo” (Congregazione per la Dottrina della Fede, Nota dottrinale su alcuni aspetti dell’evangelizzazione, n. 9): l’Ospedale, “evangelizzato” soprattutto ad opera del cappellano, è pertanto il “luogo in cui la relazione di cura non è mestiere, ma missione; dove la carità del Buon Samaritano è la prima cattedra e il volto dell’uomo sofferente il Volto stesso di Cristo” (Benedetto XVI, Discorso all‘Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, 3 maggio 2012). Fedele al mandato del suo Signore e proprio nell’esercizio del ministero di guarigione, la Chiesa, nella sua azione pastorale nel mondo della salute, è chiamata quindi a frasi interprete ed a testimoniare in modo eloquente e sempre attuale quella “diaconia della carità che è centrale nella missione della Chiesa” (Benedetto XVI, Messaggio ai Partecipanti alla XXV Conferenza Internazionale promossa dal Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari [per la Pastorale della Salute], 18 novembre 2010)”.
di Carlo Mafera
“La Chiesa, in adesione al mandato di Gesù ‘Euntes docete et curate infirmos’ (Mt 10, 6-8), nel corso della sua storia ha sempre avvertito il servizio ai malati come parte integrante della sua missione evangelizzatrice. In tal senso, il mondo della sofferenza e della malattia nelle sue diverse articolazioni costituisce un ambito specifico e una via imprescindibile di evangelizzazione, che esige perciò di essere costantemente ripreso, come attesta la sfida che soprattutto oggi l’evangelizzazione affronta nel dialogo con la scienza e la biotecnologia applicata, in cui si gioca radicalmente la possibilità stessa di uno sviluppo umano integrale.
La pastorale della salute ha pertanto un campo di azione in molteplici e complementari articolazioni, che vanno dall’ospedale ai rapporti con le diverse figure professionali dell’arte sanitaria (medici, infermieri, cappellani adeguatamente preparati, amministratori delle risorse finanziarie a beneficio delle politiche sanitarie, politici impegnati nella formulazione legislativa su delicate questioni di bioetica); dall’incontro personale con le persone segnate dal mistero del dolore e dal dialogo con le loro famiglie alla pastorale nelle parrocchie; dalla collaborazione con il variegato mondo del volontariato alla grande opera di misericordia e di speranza che viene svolta nei Santuari - soprattutto mariani - dove sovente affluisce il mondo della sofferenza, anche durante la Giornata Mondiale del Malato.
In particolare, l’Ospedale va considerato uno spazio privilegiato di evangelizzazione, perché laddove la Chiesa si fa “veicolo della presenza di Dio” diventa al tempo stesso “strumento di una vera umanizzazione dell’uomo e del mondo” (Congregazione per la Dottrina della Fede, Nota dottrinale su alcuni aspetti dell’evangelizzazione, n. 9): l’Ospedale, “evangelizzato” soprattutto ad opera del cappellano, è pertanto il “luogo in cui la relazione di cura non è mestiere, ma missione; dove la carità del Buon Samaritano è la prima cattedra e il volto dell’uomo sofferente il Volto stesso di Cristo” (Benedetto XVI, Discorso all‘Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, 3 maggio 2012). Fedele al mandato del suo Signore e proprio nell’esercizio del ministero di guarigione, la Chiesa, nella sua azione pastorale nel mondo della salute, è chiamata quindi a frasi interprete ed a testimoniare in modo eloquente e sempre attuale quella “diaconia della carità che è centrale nella missione della Chiesa” (Benedetto XVI, Messaggio ai Partecipanti alla XXV Conferenza Internazionale promossa dal Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari [per la Pastorale della Salute], 18 novembre 2010)”.
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