E’ vero ciò che è stato detto? Riguarda proprio me? E se mi riguarda in che modo?: sono le domande con le quali Benedetto XVI invita il lettore a leggere il suo nuovo libro “L’infanzia di Gesù”, terzo volume della Trilogia su Gesù di Nazareth, un’analisi dei testi dei Vangeli che in Italia uscirà prima di Natale, in coedizione con la Libreria Editrice Vaticana.
Radio Vaticana - L’editore, Rizzoli, ne dà dei brevi cenni in occasione della presentazione del libro del Papa alla Buchmesse di Francoforte, mentre sono in corso le trattative con editori di 32 Paesi per le traduzioni dall’originale tedesco in 20 lingue. Il servizio di Francesca Sabatinelli: ascolta
Una “sala d’ingresso” ai due precedenti volumi sulla figura e sul messaggio di Gesù. Così il Papa definisce nella premessa il suo libro . Benedetto XVI spiega di aver voluto interpretare ciò che Matteo e Luca raccontano sull’infanzia di Gesù all’inizio dei loro Vangeli. Un’interpretazione che parte da due domande: la prima sul significato del messaggio dei due autori nel loro momento storico, la componente storica dell’esegesi. Poi, precisa il Papa, la seconda domanda, del “giusto esegeta”: “E’ vero ciò che è stato detto? Riguarda me? E se mi riguarda in che modo lo fa?”. Di fronte al testo biblico, il cui ultimo e profondo autore è Dio stesso, spiega Benedetto XVI, la domanda sul rapporto del passato con il presente fa parte della nostra interpretazione. Nelle pagine fornite in anteprima, il Papa scrive che “Gesù è nato in un’epoca determinabile con precisione”, “non è nato e comparso in pubblico nell'imprecisato 'una volta' del mito. Egli appartiene ad un tempo esattamente databile e ad un ambiente geografico esattamente indicato: l’universale e il concreto si toccano a vicenda”.
Successivamente, si legge che “Maria avvolse il bimbo in fasce”: questa immagine, afferma Benedetto XVI, è “un rimando anticipato all’ora della sua morte: Egli è fin dall’inizio l’Immolato”. Il Papa, partendo poi dall’interpretazione di Sant’Agostino della mangiatoia, scrive che essa “è il luogo in cui gli animali trovano il loro nutrimento”, ma è laddove giace “Colui che ha indicato se stesso come il vero pane disceso dal cielo, il vero nutrimento di cui l’uomo ha bisogno per il suo essere persona umana”. Ecco allora che “la mangiatoia diventa un rimando alla mensa di Dio a cui l’uomo è invitato, per ricevere il pane di Dio. Nella povertà della nascita di Gesù si delinea la grande realtà, in cui si attua in modo misterioso la redenzione degli uomini”.
Radio Vaticana - L’editore, Rizzoli, ne dà dei brevi cenni in occasione della presentazione del libro del Papa alla Buchmesse di Francoforte, mentre sono in corso le trattative con editori di 32 Paesi per le traduzioni dall’originale tedesco in 20 lingue. Il servizio di Francesca Sabatinelli: ascolta
Una “sala d’ingresso” ai due precedenti volumi sulla figura e sul messaggio di Gesù. Così il Papa definisce nella premessa il suo libro . Benedetto XVI spiega di aver voluto interpretare ciò che Matteo e Luca raccontano sull’infanzia di Gesù all’inizio dei loro Vangeli. Un’interpretazione che parte da due domande: la prima sul significato del messaggio dei due autori nel loro momento storico, la componente storica dell’esegesi. Poi, precisa il Papa, la seconda domanda, del “giusto esegeta”: “E’ vero ciò che è stato detto? Riguarda me? E se mi riguarda in che modo lo fa?”. Di fronte al testo biblico, il cui ultimo e profondo autore è Dio stesso, spiega Benedetto XVI, la domanda sul rapporto del passato con il presente fa parte della nostra interpretazione. Nelle pagine fornite in anteprima, il Papa scrive che “Gesù è nato in un’epoca determinabile con precisione”, “non è nato e comparso in pubblico nell'imprecisato 'una volta' del mito. Egli appartiene ad un tempo esattamente databile e ad un ambiente geografico esattamente indicato: l’universale e il concreto si toccano a vicenda”.
Successivamente, si legge che “Maria avvolse il bimbo in fasce”: questa immagine, afferma Benedetto XVI, è “un rimando anticipato all’ora della sua morte: Egli è fin dall’inizio l’Immolato”. Il Papa, partendo poi dall’interpretazione di Sant’Agostino della mangiatoia, scrive che essa “è il luogo in cui gli animali trovano il loro nutrimento”, ma è laddove giace “Colui che ha indicato se stesso come il vero pane disceso dal cielo, il vero nutrimento di cui l’uomo ha bisogno per il suo essere persona umana”. Ecco allora che “la mangiatoia diventa un rimando alla mensa di Dio a cui l’uomo è invitato, per ricevere il pane di Dio. Nella povertà della nascita di Gesù si delinea la grande realtà, in cui si attua in modo misterioso la redenzione degli uomini”.
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