venerdì, ottobre 05, 2012
Dal 4 ottobre 2012 al 5 maggio 2013 a Roma, Musei Capitolini, il terzo appuntamento del ciclo “I Giorni di Roma” con una grande mostra di arte antica romana sul periodo d’oro dell’impero romano (da Traiano ad Adriano, da Antonino Pio a Marco Aurelio)

di Carlo Mafera

La mostra “L’Età dell’Equilibrio. Traiano, Adriano, Antonino Pio, Marco Aurelio”, con l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, è il terzo importante appuntamento de “I Giorni di Roma”, progetto quinquennale di mostre dedicate alla lunga storia di Roma, dall’epoca repubblicana fino all’epoca tardo-antica. L’esposizione intende approfondire la conoscenza di un periodo storico di grande splendore artistico e di grande equilibrio politico, dal principato di Traiano a quello di Marco Aurelio. Gli ottanta anni (98-180 dC) dei tempi aurei, meglio definiti i “Felicia tempora”, sono il periodo del massimo splendore dell’impero romano raccontato attraverso le vite dei quattro imperatori scelti “per adozione”, dunque in virtù delle loro qualità personali e non per diritto di nascita, che hanno determinato il successo di un incomparabile equilibrio tra il potere dell’esercito, il potere del senato e quello dell’impero.

L’Età dell’Equilibrio, che va da Traiano a Marco Aurelio, più che una splendida gemma tra età di crisi, è un periodo in cui si portano a maturazione i frutti positivi della politica di dominazione romana: in particolare, la pace mediterranea, l’unificazione dello spazio monetario, la diffusione del sistema legislativo e giudiziario romano e delle forme contrattuali proprie del diritto romano e la diffusione del modello di vita urbano anche nella periferia dell’impero. Al contempo, è questa certamente l’età in cui cessano del tutto gli effetti drammatici e negativi della conquista romana, come l’economia di rapina, le vessazioni tributarie che i provinciali avevano subito da parte dei pubblicani, le violenze della conquista e del controllo armato del territorio. Un generale miglioramento dei fattori di produzione e commercializzazione e in ultima analisi una crescita economica su scala globale.

L’epoca del consenso narrata attraverso la raffinata propaganda politica tradotta in opere d’arte d’eccezione come le imponenti statue in marmo, le squisite opere in bronzo, interi cicli scultorei, fregi ed eleganti elementi di arredo domestico in argento. Consenso all’interno della classe di governo, tra senatori, cavalieri ed imperatori, consenso tra amministratori imperiali e le élite periferiche per un indiscutibile fenomeno di portata epocale. In tutto ciò il cristianesimo svolse un ruolo importante perché fece da lievito in modo misterioso e nello stesso tempo incisivo soprattutto nell’edificazione di quella sospirata pace mediterranea di cui si accennava.

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