Una persona è morta e altre risultano ferite in scontri armati in corso da ieri sera a Bani Walid, bastione della resistenza dei fedelissimi dell’ex guida libica Muammar Gheddafi non lontano da Tripoli. Lo riferiscono fonti locali, secondo cui nei combattimenti sarebbero coinvolte milizie armate provenienti dalla città di Misurata.
Misna -I residenti di Bani Walid – secondo le ricostruzioni in circolazione sulla stampa libica – hanno preso le armi per contrastare un attacco sferrato dal gruppo di Misurata. I combattimenti si sono concentrati nella zona della valle di Mardun, a circa 10 chilometri dal centro cittadino. Le violenze avvengono ad una settimana dalla morte di Omran Ben Shaaban, rivoltoso di Misurata a cui era stato riconosciuto il merito di aver catturato Gheddafi e che era stato sequestrato da un gruppo di Bani Walid. Rilasciato, è morto in seguito alle torture inflittegli durante la prigionia. Proprio il suo decesso – concordano gli osservatori – avrebbe rinfocolato le tensioni tra le due città vicine ma rivali, schierate su fronti opposti nel conflitto che ha portato alla caduta del vecchio regime. Se gli attacchi alla roccaforte dei ‘nostalgici’ dovessero continuare i rischi per la stabilità dell’intero paese sono alti: in sostegno di Bani Walid e dei clan che la abitano potrebbero levarsi i membri della tribù dei Warfalla che conta numerosi membri a Tripoli, nell’ovest e Sirte nell’est. Il tutto accade mentre nel paese è in corso una delicata operazione di disarmo delle milizie irregolari decisa dal governo. Negli ultimi giorni centinaia di civili hanno consegnato fucili e pistole nei punti di raccolta a Tripoli e Bengasi: la campagna, finora, non ha fatto registrare incidenti di rilievo.
Misna -I residenti di Bani Walid – secondo le ricostruzioni in circolazione sulla stampa libica – hanno preso le armi per contrastare un attacco sferrato dal gruppo di Misurata. I combattimenti si sono concentrati nella zona della valle di Mardun, a circa 10 chilometri dal centro cittadino. Le violenze avvengono ad una settimana dalla morte di Omran Ben Shaaban, rivoltoso di Misurata a cui era stato riconosciuto il merito di aver catturato Gheddafi e che era stato sequestrato da un gruppo di Bani Walid. Rilasciato, è morto in seguito alle torture inflittegli durante la prigionia. Proprio il suo decesso – concordano gli osservatori – avrebbe rinfocolato le tensioni tra le due città vicine ma rivali, schierate su fronti opposti nel conflitto che ha portato alla caduta del vecchio regime. Se gli attacchi alla roccaforte dei ‘nostalgici’ dovessero continuare i rischi per la stabilità dell’intero paese sono alti: in sostegno di Bani Walid e dei clan che la abitano potrebbero levarsi i membri della tribù dei Warfalla che conta numerosi membri a Tripoli, nell’ovest e Sirte nell’est. Il tutto accade mentre nel paese è in corso una delicata operazione di disarmo delle milizie irregolari decisa dal governo. Negli ultimi giorni centinaia di civili hanno consegnato fucili e pistole nei punti di raccolta a Tripoli e Bengasi: la campagna, finora, non ha fatto registrare incidenti di rilievo.
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