lunedì, ottobre 08, 2012
Esiste il rischio di “un vuoto di potere” in una fase di “acuta incertezza su vari fronti”: lo scrive il quotidiano Lybia Herald all’indomani del voto con il quale il parlamento ha sfiduciato il primo ministro Mustafa Abushagur, incapace in quasi un mese di consultazioni di costruirsi una maggioranza. 

 Misna - Ad appoggiare la mozione di sfiducia, ricorda il giornale, sono stati ben 125 deputati su 186. La bocciatura è arrivata nonostante Abushagur avesse chiesto il sostegno per un esecutivo di “emergenza” composto da appena dieci ministri. Dopo il voto alcuni deputati hanno detto che il parlamento tornerà a riunirsi oggi per discutere le modalità con le quali procedere. Uno dei nodi da sciogliere è se consentire la scelta come primo ministro di una personalità esterna, che non sieda in parlamento. Abushagur era stato eletto dai deputati il 12 settembre grazie al sostegno decisivo dei deputati di orientamento islamico. Un suo primo tentativo di ottenere la fiducia per un esecutivo composto da 29 membri era già fallito giovedì scorso. Secondo il Lybia Herald, i “fronti” aperti un anno dopo il collasso del regime del colonnello Muammar Gheddafi e la fine della guerra civile sono di vario tipo. Anzitutto ci sono veri e propri conflitti armati, come testimonia la “possibilità di un’offensiva imminente dell’esercito” a Bani Walid, una roccaforte degli ex sostenitori di Gheddafi. In secondo luogo c’è il disarmo delle milizie irregolari, in corso in tutto il territorio nazionale. Nella regione orientale della Cirenaica, poi, la polizia locale non è ancora stata in grado di accertare le responsabilità dell’assalto al consolato americano di Bengasi dell’11 settembre e dell’uccisione dell’ambasciatore Christopher Stevens. Sulla stampa locale, invece, nessun riferimento a una vicenda che riguarda anche l’Italia. Secondo l’agenzia di stampa Ansa, ieri una motovedetta libica avrebbe fermato nel Canale di Sicilia e scortato a Bengasi due pescherecci partiti dal porto di Mazara del Vallo con 14 persone a bordo. Secondo alcune fonti, i militari libici avrebbero fermato le imbarcazioni in acque internazionali, esplodendo colpi di arma da fuoco.

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