lunedì, ottobre 15, 2012
I ministri degli Esteri dell'Unione Europea hanno approvato un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Siria. Sul terreno, intanto, non si fermano gli scontri tra oppositori di Assad e militari, mentre continua a salire la tensione tra Ankara e Damasco. Massimiliano Menichetti: ascolta

Radio Vaticana - E’ la 19.ma volta che l’Unione Europea interviene contro Damasco. La nuova tornata di sanzioni approvata dai ministri degli Esteri dei 27, a Lussemburgo, prevede il congelamento dei fondi ed il bando sui visti nei confronti di altre 28 personalità legate al regime di Bashar al Assad e di due società. Sale così a 181 il numero delle persone e a 54 il numero dei gruppi, tra cui oggi la linea aerea Syrian Airlines, inseriti nella lista nera dell'Ue. Il braccio di ferro è per portare Assad ad un confronto sulla situazione nel Paese, anche in seguito agli incidenti con la Turchia. E proprio Ankara ha chiuso lo spazio aereo ai voli civili e militari di Damasco, che a sua volta aveva preso la stessa decisione.

Intanto i profughi e disertori siriani ufficialmente registrati in Turchia hanno superato quota 100mila. E la Commissione Ue si sta ''preparando'' allo ''scenario in cui molti rifugiati arrivino nell'Ue''. Lo ha affermato il portavoce della commissaria agli Affari interni Cecilia Malmstroem, aggiungendo che la questione sarà presto affrontata dall'Ue. Sul terreno ancora scontri, i più intensi a Damasco, dove sarebbero stati trovati un centinaio di corpi senza vita di miliziani e ad Aleppo. L'inviato dell'Onu e della Lega Araba, Lakhdar Brahimi, ha chiesto oggi una tregua temporanea. In visita a Teheran, ha auspicato un intervento iraniano al fine di ottenere un cessate il fuoco in Siria in coincidenza con la ricorrenza della festa musulmana di Eid al-Adha, che dura quattro giorni e che quest'anno avrà inizio il 25 ottobre.

In questo scenario le autorità turche hanno imposto l'atterraggio a un aereo battente bandiera armena, diretto in Siria, per sottoporlo a controlli di sicurezza a Erzurum, capoluogo dell'omonima provincia nella Turchia orientale. Una decisione “programmata” ha puntualizzato un portavoce del ministero degli Esteri, ribadendo che a bordo del velivolo, già ripartito, c'erano soltanto "aiuti umanitari". Solo mercoledì scorso un A320 siriano, mentre era in viaggio da Mosca a Damasco, è stato costretto a fermarsi ad Ankara: a bordo sarebbe stato trovato materiale militare non dichiarato.

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