La Perugia-Assisi arriva a Gerusalemme
Misna - “Andiamo a Gerusalemme per invitare l’Italia e i mass media ad aprire gli occhi sul mondo invertendo una tendenza, resa ancor più marcata dalla crisi che ci ha investito, a chiuderci in noi stessi e a guardare esclusivamente ai problemi di casa nostra”: è il messaggio affidato alla MISNA da Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della pace, alla vigilia della marcia Perugia-Assisi che quest’anno si trasferisce in Medio Oriente. “Di fronte a quello che accade in Siria, la diffusione delle armi, delle tensioni, del terrorismo, alla preparazione della guerra contro l’Iran, alla fine del processo di pace e i profondi sconvolgimenti provocati dalla primavera araba abbiamo il dovere di agire” sottolinea Lotti, ricordando che “questa regione del mondo si trova alle porte di casa nostra e far finta di non vedere i problemi non aiuterà a risolverli”. Costruire la pace “è difficile ma è necessario – insiste Lotti – anche perché l’alternativa è troppo inquietante per essere considerata. Per questo, per una settimana andremo di città in città, incontro ai due popoli, ascolteremo le loro voci, cercheremo di capire non solo cosa sta accadendo ma anche cosa possono e debbono fare l’Italia e l’Europa, cosa possiamo fare noi cittadini e cosa possono fare le nostre istituzioni. Porteremo un messaggio di pace e promuoveremo il dialogo con tutti”.
Misna - “Andiamo a Gerusalemme per invitare l’Italia e i mass media ad aprire gli occhi sul mondo invertendo una tendenza, resa ancor più marcata dalla crisi che ci ha investito, a chiuderci in noi stessi e a guardare esclusivamente ai problemi di casa nostra”: è il messaggio affidato alla MISNA da Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della pace, alla vigilia della marcia Perugia-Assisi che quest’anno si trasferisce in Medio Oriente. “Di fronte a quello che accade in Siria, la diffusione delle armi, delle tensioni, del terrorismo, alla preparazione della guerra contro l’Iran, alla fine del processo di pace e i profondi sconvolgimenti provocati dalla primavera araba abbiamo il dovere di agire” sottolinea Lotti, ricordando che “questa regione del mondo si trova alle porte di casa nostra e far finta di non vedere i problemi non aiuterà a risolverli”. Costruire la pace “è difficile ma è necessario – insiste Lotti – anche perché l’alternativa è troppo inquietante per essere considerata. Per questo, per una settimana andremo di città in città, incontro ai due popoli, ascolteremo le loro voci, cercheremo di capire non solo cosa sta accadendo ma anche cosa possono e debbono fare l’Italia e l’Europa, cosa possiamo fare noi cittadini e cosa possono fare le nostre istituzioni. Porteremo un messaggio di pace e promuoveremo il dialogo con tutti”.
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