sabato, ottobre 27, 2012
Il premier interviene alla giornata conclusiva del Festival della Famiglia di Riva del Garda. Il ministro Riccardi ricorda i primi provvedimenti dell’esecutivo a sostegno dei nuclei familari. Dellai (Provincia di Trento): prima dei soldi serve un cambio di cultura

Riva del Garda – Si doveva parlare di politiche per la Famiglia ma inevitabilmente i problemi che soffocano le famiglie soprattutto durante questo momento di crisi economica hanno preso il sopravvento. Preoccupazione, sfiducia, ansia per il futuro erano tangibili sia fuori dal Centro Congressi (dove alcune centinaia di giovani manifestanti protestavano contro le politiche del governo, al grido di “sMontiamo l’austerità”) sia in sala, dove i rappresentanti delle famiglie numerose hanno inscenato una protesta silenziosa ma molto significativa: quando ha iniziato a parlare il presidente del Consiglio Mario Monti hanno fatto uscire i loro figli dalla sala.

“Ho 9 figli e un ragazzo disabile in adozione”, racconta Gabriele da Padova. “Non rinnego la mia scelta ma ogni giorno è più difficile andare avanti. Tra tasse universitarie, costo della vita in aumento, il prezzo esorbitante dei prodotti per l’infanzia, riduzione delle detrazioni fiscali, quadrare i conti è diventato impossibile. Vogliamo ovviamente un cambio di rotta ma chiediamo soprattutto di venire ascoltati dal governo”. Da qui la richiesta dell’Associazione Famiglie numerose, contenuta in una lettera aperta al premier Monti, riassunta in 25 domande: per chiedere conto delle scarse risorse destinate ai nuclei familiari, del tetto di 3mila euro alle detrazioni dal quale sono state esentate le spese per le ristrutturazioni ma non quelle per i figli, dei metodi di calcolo dell’Isee, dello squilibrio nelle bollette di luce, acqua e gas.

Questione di risorse economiche. Ma non solo. Una nuova attenzione per la famiglia parte da un cambio di cultura secondo Lorenzo Dellai, presidente della Provincia di Trento: “I soldi sono ovviamente importanti se si vuole affrontare la questione fiscale che ponga la famiglia al centro. Ma per costruire politiche familiari efficaci serve tempo e soprattutto una convinzione culturale. Bisogna capire che la società non è solo Stato e individuo. È anzi principalmente fatta di corpi intermedi. Dobbiamo rilanciare l’idea di una visione più solidale e coesiva della società. Va quindi preparato il terreno per quando, usciti dall’emergenza della finanza pubblica italiana, si potranno fare riforme forti. Altrimenti anche quando ne avremo la possibilità continuerà a prevalere una impostazione più individualista che comunitaria”.

“Senza il sogno non va avanti nulla. Vogliamo rilanciare qui una visione della famiglia. I sogni della famiglia italiana” sottolinea Andrea Riccardi, ministro per la Cooperazione internazionale e l’integrazione. La sintesi di questi giorni rifluirà nelle scelte concrete degli attori delle politiche familiari a ogni livello. Molte domande sono state rivolte al governo. Non mi voglio muovere su una linea difensiva: era possibile fare meglio, fare di più. Ma i margini di manovra non erano larghi. La crisi morde i conti delle famiglie, ma la crisi viene da lontano, dalla propensione dei governi a scaricare sulle generazioni future i propri problemi”. Riccardi ha poi ricordato i primi interventi del governo: il primo Piano nazionale per la Famiglia, costruito grazie alla collaborazione organizzazioni e associazioni del Terzo Settore, e “810 milioni da investire nel 2013 dando priorità ai fondi per l’infanzia e per gli anziani non autosufficienti. E stiamo lavorando con il ministero del Lavoro per una revisione dell’Isee, cercando di ridurre le tariffe di energia elettrica e gas per le famiglie numerose, oltre a essere intervenuti sul vergognoso ed esorbitante prezzo dei prodotti dell’infanzia”.

Analisi riprese e condivise dal presidente del Consiglio dei ministri, Mario Monti: “L’Italia deve assomigliare sempre di più a una buona famiglia. Lo deve fare per guardare alle sfide del nostro tempo veloce e globalizzato con nuova fiducia. Il valore famiglia trova riconoscimento indiscusso. Le famiglie cambiano fisionomia, evolvono rispetto al passato. Ma il desiderio di relazione e la volontà di un progetto in comune rimangono un progetto forte e vitale per lo sviluppo della nostra società”.

E poi, un invito a un senso di responsabilità più forte e continuo: “Se diventassimo un collettivo come Paese capace di prendere decisioni responsabili non solo in situazioni d’emergenza ma anche quando si capisce che ci si sta avvicinando a una crisi, il costo delle decisioni sarebbe minore.”

“Vorrei sottolineare che uno dei risultati fondamentali di questo governo è stato riuscire a far lavorare insieme i nemici. In un parlamento, per di più a fine legislatura, è stato possibile prendere decisioni condivise. Un altro risultato significativo è essere uditi dai cittadini senza gridare. E magari essere apprezzati senza tentare di sedurre”.

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