Rimangono dubbi sulla collocazione di 90.000 metri cubi di rifiuti radioattivi
GreenReport - Un altro piccolo passo avanti è stato compiuto oggi per liberare l'Italia dai residui del vecchio nucleare. Infatti dopo l'acquisizione del Decreto di compatibilità ambientale e dopo l'approvazione dell'Istanza di disattivazione, sono pronte ad iniziare le operazioni di decontaminazione e smantellamento della centrale nucleare "Enrico Fermi" di Trino (Vercelli). La Sogin ha informato che i lavori saranno articolati in quattro fasi: adeguamenti dei depositi temporanei; realizzazione delle facilities di supporto ai lavori di decommissioning; smantellamento dei sistemi e dei componenti dell'"isola nucleare"; rilascio del sito senza vincoli di natura radiologica.
«Complessivamente i lavori di smantellamento del sito produrranno 214 mila tonnellate di materiale- hanno dichiarato dalla Sogin- Al termine delle operazioni saranno prodotte solo 2 mila tonnellate di rifiuti radioattivi, che saranno stoccate in sicurezza nell'impianto, in attesa del loro successivo conferimento al Deposito nazionale» che per ora è solo una struttura virtuale. Vedremo quale sarà il governo (che attraverso le indicazioni tecniche) riuscirà a localizzare e soprattutto realizzare il sito destinato ad accogliere le scorie a bassa e media radioattività e pare inizialmente anche quelle ad alta radioattività. Dai calcoli di Sogin (la società di Stato incaricata delle operazioni di bonifica), si tratta di circa 90.000 metri cubi di rifiuti radioattivi, di cui il 30% provenienti da attività mediche e di ricerca. Un problema che oggi non è all'ordine del giorno della politica, ma che invece in un Paese "normale" dovrebbe essere affrontato e avviato a soluzione. Tornando a Trino, Sogin assicura: «tutte le operazioni saranno autorizzate dagli Enti e Istituzioni, locali e nazionali, preposti a sovrintendere e sorvegliare, ciascuno per la propria competenza, allo svolgimento della bonifica ambientale del sito ed alla gestione dei rifiuti radioattivi. A garanzia della sostenibilità ambientale, gli interventi saranno progettati, realizzati e monitorati in modo da non produrre alcun impatto sia "radiologico" sia "convenzionale" sull'ambiente». Ad oggi, le principali attività di bonifica della centrale di Trino hanno riguardato la demolizione delle torri di raffreddamento; l'abbattimento della torre metereologica; la decontaminazione dei generatori di vapore; lo smantellamento degli edifici che ospitavano i generatori diesel d'emergenza; la rimozione della traversa sul Po; la bonifica dell'amianto; lo smantellamento dei componenti dell'edificio turbina; la rimozione dei sistemi ausiliari non contaminati della zona controllata. Per lo smantellamento e la bonifica definitiva del sito (prevista nel 2024) saranno necessari 234 milioni di euro, di cui 34 già spesi per le attività di decommissioning e 52 milioni per il conferimento dei rifiuti al Deposito nazionale.
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È presente 1 commento
Conoscendo le maniere in cui sogin è solita operare,nonchè i suoi trascorsi per quanto riguarda i pessimi lavori (tali da rasentare l allarme ambientale) negli altri siti, io non mi fiderei d incaricare sogin neanche per farmi cambiare una lampadina.
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