mercoledì, ottobre 03, 2012
Conclusa la quarta edizione del Festival francescano, per la prima volta a Rimini, che quest’anno ha registrato 30.000 presenze. Boom di giovani – circa un migliaio – per D’Avenia. Grande affluenza anche alle numerose occasioni di spiritualità offerte dalla manifestazione: circa 9.000 le persone presenti agli incontri con le clarisse, alla venerazione delle reliquie di S. Chiara e S. Elisabetta, ai momenti di preghiera.

di Monica Cardarelli

Per il quarto anno consecutivo si è rinnovato l’appuntamento francescano per eccellenza: il Festival francescano. Quest’anno l’evento è stato riconosciuto di interesse nazionale da parte del Movimento Francescano Italiano ed ha ricevuto, fra gli altri, il patrocinio del Ministero dei Beni Culturali. Un appuntamento vero e proprio per tante persone che proprio alla prima edizione di Reggio Emilia del 2009 si sono conosciute tra una conferenza e una piadina, tra un gioco di magia di Frate Mago e uno spettacolo teatrale, tra una preghiera e un sorriso scambiato; perché il Festival francescano è anche questo: è incontri e relazioni; è conoscenza e ascolto; è fratellanza e gioia; è preghiera e silenzio… è vita.

L’edizione di quest’anno era dedicata alla figura di santa Chiara e al femminile oggi, all’attualità della sua spiritualità, a quanto continua a dire ancora oggi a ciascuno di noi e in modo particolare alle donne. È stata l’occasione quindi per conoscere meglio la figura di questa santa grazie alle conferenze di Marco Bartoli, Chiara Frugoni e Felice Accrocca, ma anche di conoscere altre figure religiose femminili, come ad esempio Chiara da Rimini nell’intervento di Jacques Dalarun.

Si è parlato poi di donne nella società e nel lavoro, nella Primavera araba, ma è stata anche l’occasione per accogliere testimonianze di donne come Rita Borsellino, che ha affidato ad una piazza gremita e attenta le sue parole sul fratello Paolo.

Non poteva mancare anche quest’anno una proposta molteplice di spettacoli teatrali, performance, danza e musical, attività didattiche per ragazzi e giochi per bambini. Numerosi i frati e le religiose, le suore francescane e le clarisse: circa 150 presenti al festival che hanno dato la loro testimonianze nelle piazze e nelle strade di Rimini.

A conclusione di queste giornate tante le cose che arricchiranno il bagaglio dei partecipanti. Non solo per tutto ciò che si è potuto apprendere, ma per le emozioni suscitate ad esempio dallo spettacolo “Della luce più Chiara” e dall’incontro con la danza e la testimonianza di Simona Atzori, ma anche dall’entusiasmo per il musical “L’amore quello vero”. Dagli incontri alle piadine condivise, quello che ci auguriamo che resti impresso nella memoria e nel cuore di molti è il portone delle clarisse che si apriva non solo per gli incontri programmati ma anche a tutti coloro che volevano entrare solo per portare un saluto: quella relazione seppur breve che si è creata resterà nel tempo, anche se il Festival francescano è terminato. Perché, gli stand e il palco sono stati smontati, e ciò che deve restare di queste giornate riminesi intorno a Chiara, è “la santa umiltà, la beata povertà e l’ineffabile carità”(IV lettera ad Agnese di Praga) che Chiara ha contemplato nello ‘specchio’ del crocifisso di San Damiano e che ci affida in eredità.

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