L’intervento di Tommaso Spinelli, catechista di giovani catecumeni presso l'Ufficio Catechistico di Roma, al Sinodo dei Vescovi: “I sacerdoti testimoniano ai giovani la fedeltà ad una vocazione e la possibilità di scegliere un modo di vivere alternativo e più bello rispetto a quello proposto dalla società”
Nel suo intervento Tommaso Spinelli ha esordito dicendo: “La nuova evangelizzazione ha bisogno di sostanza: di catechesi di spessore che sappiano dire qualcosa di serio alla nostra vita, ma anche e soprattutto di vite di spessore che mostrino nei fatti la solidità di chi è cristiano. A maggior ragione oggi che le famiglie sono disunite e spesso abdicano al loro ruolo educativo, i sacerdoti testimoniano ai giovani la fedeltà ad una vocazione e la possibilità di scegliere un modo di vivere alternativo e più bello rispetto a quello proposto dalla società. Ciò che mi preoccupa – ha continuato Spinelli - è che però tali figure di spessore stanno diventando la minoranza. Il sacerdote ha perso fiducia nell'importanza del proprio ministero, ha perso carisma e cultura. Vedo sacerdoti che si adattano al pensiero dominante. E lo stesso è nelle liturgie che nel tentativo di farsi originali diventano insignificanti. Sacerdoti, vi chiedo di trovare il coraggio di essere voi stessi. Non temete perché lì dove sarete autenticamente sacerdoti, lì dove proporrete senza paura la verità della fede noi giovani vi seguiremo. Sono nostre infatti le parole di Pietro: ‘Signore da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna!’. E noi abbiamo una fame infinita di qualcosa di eterno e di vero”.
“Varie sono le esigenze e le urgenze della Chiesa. La prima – ha continuato– Tommaso Spinelli – è quella di aumentare la formazione dei sacerdoti, non solo spirituale ma anche culturale. Troppo spesso vediamo oggi sacerdoti che hanno perso il ruolo di maestri di cultura che li aveva resi importanti per tutta la società. Oggi se vogliamo esser credibili ed utili dobbiamo tornare ad avere buoni strumenti culturali”.
“Poi - ha concluso il catechista - si tratta di riscoprire il Catechismo della Chiesa Cattolica nella sua conciliarità: in particolare la prima parte di ogni sessione dove i documenti del concilio illuminano i temi tradizionali. Il Catechismo ha infatti la sapienza di premettere alla spiegazione del Credo una parte ispirata alla Dei Verbum, in cui viene spiegata la visione personalistica della rivelazione, ai sacramenti la Sacrosantum Concilium, e ai comandamenti la Lumen Gentium che mostra l’uomo creato a immagine di Dio. La prima parte di ogni sezione del catechismo è fondamentale perché l’uomo di oggi senta la fede come qualcosa che lo riguardi da vicino e che sia capace di dar risposta alle sue domande più profonde. Infine la liturgia: troppo spesso è trascurata e desacralizzata, va rimessa con dignità al centro della comunità sia parrocchiale che territoriale”.
Nell’intervento di Tommaso Spinelli si evince e si percepisce una grande preoccupazione e un profondo desiderio: quello di far scoprire o riscoprire la propria specifica vocazione ai giovani. La vocazione, infatti è un progetto di vita strettamente legato al raggiungimento della nostra felicità a cui Dio ci chiama. Per questo la vocazione tocca tutti, davvero tutti, e in modo assolutamente misterioso e del tutto personale: siamo sempre chiamati per nome. Ecco l’importanza di testimoniare la fedeltà ad essa ed il legame da cui scaturisce. La vocazione è infatti il nesso della nostra vita col Mistero, da cui la vita dipende. Ma poiché il Mistero si è fatto uomo, la vocazione non è nient’altro che il rapporto della nostra vita con Cristo. La vocazione è la vita di questo rapporto.
Nello stesso tempo la vocazione è anche un progetto per il bene e la felicità di chi ci sta accanto, dell’intera comunità: “E’ piaciuto a Dio di fare della santità personale un’avventura collettiva. A questa avventura comunitaria noi diamo il nome di Chiesa”. La vocazione è allora un progetto da identificare, approfondire, vivere e portare a compimento, perché è in gioco la nostra realizzazione personale e la vita della comunità. In questa ricerca siamo accompagnati dalla Chiesa, e da qui l’importanza del ruolo del catechista e la profonda preparazione che quest’ultimo deve possedere, guidato dallo Spirito Santo, che è all’opera in tutte le tappe di questo cammino.
di Carlo Mafera
Nel suo intervento Tommaso Spinelli ha esordito dicendo: “La nuova evangelizzazione ha bisogno di sostanza: di catechesi di spessore che sappiano dire qualcosa di serio alla nostra vita, ma anche e soprattutto di vite di spessore che mostrino nei fatti la solidità di chi è cristiano. A maggior ragione oggi che le famiglie sono disunite e spesso abdicano al loro ruolo educativo, i sacerdoti testimoniano ai giovani la fedeltà ad una vocazione e la possibilità di scegliere un modo di vivere alternativo e più bello rispetto a quello proposto dalla società. Ciò che mi preoccupa – ha continuato Spinelli - è che però tali figure di spessore stanno diventando la minoranza. Il sacerdote ha perso fiducia nell'importanza del proprio ministero, ha perso carisma e cultura. Vedo sacerdoti che si adattano al pensiero dominante. E lo stesso è nelle liturgie che nel tentativo di farsi originali diventano insignificanti. Sacerdoti, vi chiedo di trovare il coraggio di essere voi stessi. Non temete perché lì dove sarete autenticamente sacerdoti, lì dove proporrete senza paura la verità della fede noi giovani vi seguiremo. Sono nostre infatti le parole di Pietro: ‘Signore da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna!’. E noi abbiamo una fame infinita di qualcosa di eterno e di vero”.
“Varie sono le esigenze e le urgenze della Chiesa. La prima – ha continuato– Tommaso Spinelli – è quella di aumentare la formazione dei sacerdoti, non solo spirituale ma anche culturale. Troppo spesso vediamo oggi sacerdoti che hanno perso il ruolo di maestri di cultura che li aveva resi importanti per tutta la società. Oggi se vogliamo esser credibili ed utili dobbiamo tornare ad avere buoni strumenti culturali”.
“Poi - ha concluso il catechista - si tratta di riscoprire il Catechismo della Chiesa Cattolica nella sua conciliarità: in particolare la prima parte di ogni sessione dove i documenti del concilio illuminano i temi tradizionali. Il Catechismo ha infatti la sapienza di premettere alla spiegazione del Credo una parte ispirata alla Dei Verbum, in cui viene spiegata la visione personalistica della rivelazione, ai sacramenti la Sacrosantum Concilium, e ai comandamenti la Lumen Gentium che mostra l’uomo creato a immagine di Dio. La prima parte di ogni sezione del catechismo è fondamentale perché l’uomo di oggi senta la fede come qualcosa che lo riguardi da vicino e che sia capace di dar risposta alle sue domande più profonde. Infine la liturgia: troppo spesso è trascurata e desacralizzata, va rimessa con dignità al centro della comunità sia parrocchiale che territoriale”.
Nell’intervento di Tommaso Spinelli si evince e si percepisce una grande preoccupazione e un profondo desiderio: quello di far scoprire o riscoprire la propria specifica vocazione ai giovani. La vocazione, infatti è un progetto di vita strettamente legato al raggiungimento della nostra felicità a cui Dio ci chiama. Per questo la vocazione tocca tutti, davvero tutti, e in modo assolutamente misterioso e del tutto personale: siamo sempre chiamati per nome. Ecco l’importanza di testimoniare la fedeltà ad essa ed il legame da cui scaturisce. La vocazione è infatti il nesso della nostra vita col Mistero, da cui la vita dipende. Ma poiché il Mistero si è fatto uomo, la vocazione non è nient’altro che il rapporto della nostra vita con Cristo. La vocazione è la vita di questo rapporto.
Nello stesso tempo la vocazione è anche un progetto per il bene e la felicità di chi ci sta accanto, dell’intera comunità: “E’ piaciuto a Dio di fare della santità personale un’avventura collettiva. A questa avventura comunitaria noi diamo il nome di Chiesa”. La vocazione è allora un progetto da identificare, approfondire, vivere e portare a compimento, perché è in gioco la nostra realizzazione personale e la vita della comunità. In questa ricerca siamo accompagnati dalla Chiesa, e da qui l’importanza del ruolo del catechista e la profonda preparazione che quest’ultimo deve possedere, guidato dallo Spirito Santo, che è all’opera in tutte le tappe di questo cammino.
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