L’attualità internazionale ora. In primo piano ancora la Siria e la tensione con la Turchia. Continuano intanto i combattimenti. E grazie alla mediazione dell’emissario Onu e Lega Araba Brahimi, ieri in Libano, si fa più concreta l’ipotesi di una tregua a fine mese per la festività islamica del Sacrifico.
Radio Vaticana - Al termine del suo tour in Medio Oriente l’emissario internazionale Lakhdar Brahimi ha fatto tappa a Beirut, dove ha rinnovato l’appello alle due parti del conflitto civile siriano perché si rispetti una tregua durante l’eid al-adha, una delle festività più importanti per i musulmani. Venerdì l’appello verrà rilanciato anche dalla Lega Araba, dalla Turchia e dall’Iran. Formalmente le parti del conflitto si sono dette favorevoli al rispetto del cessate il fuoco, seppur con alcune riserve. Ma Brahimi nella conferenza stampa di ieri ha affrontato anche un secondo delicatissimo punto: “se non si trova una soluzione alla crisi in Siria, il rischio è che essa contagi tutta la regione”. Una scelta non casuale, dunque, quella di far tappa in Libano, il paese che più risente da 18 mesi della tensione oltrefrontiera. E in Siria la giornata di ieri non è stata certo un preludio per la deposizione delle armi. Oltre centro persone sono morte. I combattimenti si sono svolti a Damasco, Aleppo e Homs mentre i ribelli hanno abbattuto un elicottero dell’esercito nella zona di Maaret al Noumane, sotto pesante assedio da diversi giorni.
Radio Vaticana - Al termine del suo tour in Medio Oriente l’emissario internazionale Lakhdar Brahimi ha fatto tappa a Beirut, dove ha rinnovato l’appello alle due parti del conflitto civile siriano perché si rispetti una tregua durante l’eid al-adha, una delle festività più importanti per i musulmani. Venerdì l’appello verrà rilanciato anche dalla Lega Araba, dalla Turchia e dall’Iran. Formalmente le parti del conflitto si sono dette favorevoli al rispetto del cessate il fuoco, seppur con alcune riserve. Ma Brahimi nella conferenza stampa di ieri ha affrontato anche un secondo delicatissimo punto: “se non si trova una soluzione alla crisi in Siria, il rischio è che essa contagi tutta la regione”. Una scelta non casuale, dunque, quella di far tappa in Libano, il paese che più risente da 18 mesi della tensione oltrefrontiera. E in Siria la giornata di ieri non è stata certo un preludio per la deposizione delle armi. Oltre centro persone sono morte. I combattimenti si sono svolti a Damasco, Aleppo e Homs mentre i ribelli hanno abbattuto un elicottero dell’esercito nella zona di Maaret al Noumane, sotto pesante assedio da diversi giorni.
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