Sono sopravvissuti al tempo e alle intemperie per oltre duemila anni: gli ulivi del Getsemani, a Gerusalemme, sono oggetto di una ricerca del Cnr che ne ha svelato l’età esatta. Circa una ventina di piante, infatti, sono state recentemente sottoposte ad una complessa analisi molecolare che ha permesso di stabilirnee lo stato di salute, ma anche di datarle.
Misna - Analizzando pezzi di corteccia e frammenti di radici, nel corso di ricerche minuziose durate due anni, i ricercatori del Centro non hanno più dubbi: alcune delle piante in questione risalirebbero addirittura ai tempi di Cristo. Il professor Antonio Cimato, responsabile dell’Istituto per la Valorizzazione del Legno e delle Specie Arboree (Ivalsa) ha spiegato come l’esame finale al radio carbonio – lo stesso fatto a suo tempo anche per la datazione della Sindone – “offra la possibilità di datare l’oggetto in esame con una certa accuratezza”.
Commissionata dalla Custodia della Terra Santa, la ricerca ha svelato inoltre che si tratta “di piante vecchissime ma sane, insomma, stanno bene. Nonostante la loro veneranda età sono nutrite e non hanno problemi di sorta. Non abbiamo trovato nemmeno parassiti che li abbiano danneggiate” ha spiegato il professore. La prima testimonianza conosciuta dell’effettiva esistenza degli ulivi del Getsemani è contenuta nell’Itinerarium Hierosolymitanus, il più antico racconto conosciuto di un pellegrinaggio. Un resoconto scritto nel 333-334 d.C. da un anonimo pellegrino francese durante il viaggio da Burdigala, l’attuale Bordeaux, in Francia, fino a Gerusalemme, dove era diretto per andare a pregare al Santo Sepolcro.
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È presente 1 commento
Interessante sapere che queste piante sono millenarie e che possano essere quelle dove Gesù ha pregato molte volte e dove ha trascorso gli ultimi momenti prima dell'arresto. Non aggiunge nula alla fede cristiana ma diventano un documento storico. Grazie ai Padri della Custodia che hanno fatto fare questa ricerca.
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