martedì, novembre 13, 2012
Dieci anni e dieci mesi di carcere per “corruzione” e “associazione a delinquere”: è la pena comminata dalla Corte suprema a José Dirceu, potente ex capo gabinetto e già ‘braccio destro’ di Luiz Inacio Lula da Silva. 

Misna - Principale protagonista del maxi processo aperto ad agosto di fronte al Supremo tribunale federale (Stf) del Brasile, Dirceu è stato anche condannato al pagamento di una multa di 350.000 dollari. Le autorità giudiziarie brasiliane hanno avviato procedimenti penali nei confronti di 37 imputati per il più grave scandalo per corruzione dei tempi recenti. “La responsabilità dell’imputato è molto alta. Ha approfittato della sua posizione dirigenziale all’interno del Partito dei lavoratori (Pt, al potere) e del governo federale per commettere dei delitti di corruzione” ha evidenziato il relatore del processo. Capo gabinetto del presidente Lula dal 2003 al 2005, il mese scorso Dirceu – avvocato, economista e ex guerrigliero – è già stato riconosciuto colpevole di essere stato “la mente” di un sistema di tangenti finalizzato a corrompere deputati e convincerli a votare a favore dei disegni di legge del governo. Secondo gli inquirenti la rete di corruzione in questione ha mosso almeno 153 milioni di reais (76,5 milioni di dollari). Il caso è noto alla cronaca come ‘mensalão’, cioè il salario mensile fatto di tangenti che nel 2005 i parlamentari avrebbero ricevuto per sostenere l’esecutivo.

Assieme all’ex braccio destro di Lula, ieri i giudici hanno anche condannato l’ex presidente del Partito dei lavoratori, José Genoino, che dovrà scontare una pena di sei anni e 11 mesi di detenzione oltre al pagamento di una multa di 234.000 dollari. Il prossimo a conoscere la sua sorte sarà l’ex tesoriere del partito al potere, Delubio Soares, già dichiarato colpevole di “corruzione attiva” e “associazione a delinquere”. Finora su 37 imputati, tutti politici, uomini d’affari e bancari, 25 sono già stati riconosciuti colpevoli di coinvolgimento nella vasta rete di corruzione che nel 2006 ha rischiato di far saltare la rielezione del presidente Lula.

Difensori dei diritti umani e organizzazioni della società civile brasiliana hanno commentato che allo stato attuale le pene inflitte dalla Corte sono ancora da considerarsi come “provvisorie” in quanto i legali possono presentare un ricorso. “Le condanne rivestono un carattere ufficiale solo una volta trascritte e pubblicate. Visto l’elevato numero di accusati e i possibili ricorsi ci vorranno ancora mesi. Il processo non si concluderà prima della fine del 2013” ha sottolineato Claudio Abramo, responsabile dell’ong ‘Trasparencia Brasil’.

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