giovedì, novembre 08, 2012
Dal marxismo-leninismo-maoismo alla “Tripla Rappresentazione” e allo sviluppo scientifico

GreenReport - Si è aperto oggi a Pechino il XVIII congresso del Partito comunista cinese (Pcc) mentre, come dice quello che sembra lo slogan ripreso dai media del regime, «Il Paese è entrato in una fase decisiva per portare a termine la costruzione estesa di una società moderatamente prospera». Al congresso, che dovrà cambiare il vertice del Pcc e quindi della Repubblica popolare cinese, sono presenti più di 2.300 delegati ed invitati speciali e tutti gli alti papaveri vecchi e nuovi del Partito: Jiang Zemin, Wu Bangguo, Wen Jiabao, Jia Qinglin, Li Changchun, Xi Jinping, Li Keqiang, He Guoqiang e Zhou Yongkang.

Il presidente cinese Hu Jintao ha aperto questo storico congresso leggendo un lungo rapporto intitolato "Seguire risolutamente la via del socialismo alla cinese e lottare per giungere alla costruzione estesa della società di media prosperità». Mentre tutti si aspettano che la Cina cambi, il tema del 18esimo congresso è ufficialmente: «Tenendo alta la bandiera del socialismo alla cinese che ci guida nella teoria di Deng Xiaoping, il pensiero importante della Tripla Rappresentazione ed il concetto di sviluppo scientifico, liberiamo il nostro pensiero, perseveriamo nella riforma e nell'apertura, raccogliamo tutte le forze del Paese, vinciamo tutte le difficoltà, perseguiamo il percorso del socialismo alla cinese e lottiamo per il successo della costruzione completa della società mediamente prospera», una lunga sfilza della vecchia tradizione comunista che passando per Deng Xiaoping si è trasformata nel turbocapitalismo di Stato che viene chiamato socialismo alla cinese..

Hu ha detto che «Così come il marxismo-leninismo, il pensiero di Mao Zedong, la teoria di Deng Xiaoping ed il pensiero importante della "Tripla Rappresentazione", il concetto di sviluppo scientifico fa parte dei pensieri guida da seguire lungamente e per un lungo periodo da arte del nostro Partito».

Il concetto di sviluppo scientifico era stato proposto nel 2003 dal Comitato centrale del Pcc, nel pieno della rapidissima crescita economica cinese e per fare i conti con una serie di problemi emergenti, come il consumo eccessivo delle risorse, il gravissimo inquinamento dell'ambiente e il drammatico aumento della differenza tra ricchi e poveri, molto difficile da giustificare in un Paese teoricamente "comunista" e visto che tra i nuovi ricchi spiccano i familiari dei dirigenti del Pcc. Ora il Congresso comunista ricorda che «Questo concetto difende gli interessi del popolo e preconizza uno sviluppo completo, coordinato e sostenibile. Durante il 17esimo Congresso nazionale del Partito, questo concetto è stato incluso negli Statuti del Pccc. Nel corso degli ultimi 10 anni, la Cina è passata dal sesto al secondo posto in termini di aggregati economici. Le sue forze produttive sociali, la sua potenza economica ed il suo livello scientifico e tecnico hanno raggiunto un nuovo livello. Anche la potenza globale del Paese, la sua competitività e la sua influenza a livello internazionale hanno conosciuto grandi progressi».

Hu si è poi esibito in un esercizio di equilibrismo teorico alla cinese: «Tutte queste vittorie le dobbiamo tanto alla teoria che alla linea che al programma ed all'esperienza fondamentale del Partito. Il concetto dello sviluppo scientifico è nato dalla combinazione del marxismo con la realtà della Cina contemporanea e le caratteristiche della nostra epoca ed è l'espressione concentrata della concezione del mondo e delle metodologie marxiste in materia di sviluppo. Questo concetto offre nuove risposte scientifiche alle domande di grande importanza, come: "Per quale tipo di sviluppo bisogna optare nella nuova situazione?" e "In quale maniera bisogna svilupparsi?"».

Dopo aver scomodato il fantasma di Karl Marx per giustificare il turbocapitalismo gestito dal Pcc, Hu ha detto che «Il concetto di sviluppo scientifico rappresenta le ultime conquiste del sistema teorico del socialismo alla cinese, la cristallizzazione della saggezza collettiva del Pcc e la potente arma ideologica che guidano tutte le attività del Partito e dello Stato. Poiché l'applicazione del concetto di sviluppo scientifico, guardando al futuro, ha il grande significato attuale e storico di mantenere e sviluppare il socialismo alla cinese è indispensabile seguire questo concetto durante tutto il processo di modernizzazione del paese e tradurlo in tutti gli aspetti della costruzione del partito».

Insomma, il vecchio marxismo-leninismo-maoismo garantisce al Pcc il ruolo di guida indiscutibile e di avanguardia, non più al servizio del proletariato ma di un'indistinta società mediamente prospera, che non solo ha perso i suoi connotati di classe ma favorisce una prosperità guidata da un'élite di ricchi che coincide con i vertici del Pcc e con le imprese nazionali e straniere ammanigliate con il regime.

Secondo Hu, grazie a questa mutazione genetica di un corpo politico rimasto esteriormente uguale nella sua simbologia, «In una situazione complessa sia in Cina che sul piano internazionale, il nostro Partito ed il nostro popolo hanno resistito a rudi prove, consolidato e sviluppato una felice congiuntura per la riforma, l'apertura all'esterno e la modernizzazione socialista ed elevato lo status del nostro Paese sulla scena internazionale. Tutto ciò indica la superiorità e la vitalità potente del socialismo alla cinese, rafforzando così l'orgoglio e la forza della coesione della nazione cinese». Intanto i tibetani si davano nuovamente fuoco contro l'invasione di Pechino della loro nazione.

Hu ha però ammesso che c'è ancora molto da fare e che ci sono numerosi problemi e difficoltà nel mercato cinese, «Che includono uno sviluppo squilibrato, disordinato e non sostenibile, la debolezza dell'infrastruttura agricola, delle barriere sistemiche, dei problemi sociali in aumento, il peso della burocrazia e della corruzione. Dopo più di 90 anni di lotta ardua, il Pcc, unendo e guidando il popolo multietnico cinese ha fatto della vecchia Cina povera ed arretrata una Cina nuova sempre più prospera e più potente. Noi vediamo già comparire le brillanti prospettive del grande rinnovamento nazionale. Dato che attualmente la situazione mondiale come la situazione in Cina ed all'interno del nostro Partito continua a conoscere dei cambiamenti profondi, siamo di fronte a delle opportunità di sviluppo senza precedenti così come a dei rischi e sfide inaudite. Tutti i compagni del Partito devono avere a mente lo spirito di fiducia e le attese che il popolo pone in loro. Dobbiamo lavorare con maggiore perseveranza e dedizione per promuovere lo sviluppo scientifico e l'armonia sociale, migliorare le condizioni di vita ed il benessere della popolazione ed assolvere i compiti nobili ed ardui che la nostra epoca ci ha assegnato».

Hui non ha negato che sia necessario una riforma del sistema politico cinese affermando che «Bisogna proseguire attivamente e metodicamente e sforzarsi di attuare una democrazia popolare che sia più ampia, più completa e è più sviluppata», ma ha aggiunto: «Dovremo riservare un posto più importante all'edificazione istituzionale e far pienamente valere la superiorità del nostro regime politico socialista, facendo riferimento ai frutti delle civilizzazioni politiche dell'umanità». Ma Hu ha sbarrato immediatamente la porta a chi si illudeva di un'apertura democratica di tipo multipartitico: «Però non trasporremo mai meccanicamente il modello politico occidentale» ed ha nuovamente sottolineato «La perfetta associazione della direzione del Partito, del mantenimento dello stato del popolo come maestro del Paese e della governance dello Stato in virtù della legge. Il Pcc dovrà impegnarsi a migliorare il suo metodo di direzione e dell'esercizio del potere per garantire una governance efficace dello Stato da parte del popolo sotto la sua direzione. Sarà importante soprattutto perfezionare il sistema democratico, arricchirne le forme ed i mezzi di espressione, garantendo al popolo l'esercizio dei diritti democratici previsti dalla legge in materia di elezioni, di presa di decisioni, di amministrazione e di controllo».

Insomma, per il gattopardo rosso cinese, molto dovrà ancora cambiare in Cina perché tutto resti come è.

Umberto Mazzantini 


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