lunedì, novembre 26, 2012
Proseguono anche oggi, per il quarto giorno consecutivo, i disordini e gli scontri tra forze dell’ordine e manifestanti dell’opposizione laica e liberale nei pressi di piazza Tahrir, contro il presidente Mohammed Morsi e le disposizioni di valore costituzionale approvate venerdì.

Misna - Lo rende noto l’agenzia Mena secondo cui, nella serata di ieri, il quartier generale dei Fratelli Musulmani nella a Damanhour, nel Delta del Nilo, è stato attaccato con un pesante bilancio di un morto e sessanta feriti. Da venerdì, secondo dati in circolazione, in totale i feriti sono più di 500. Gli scontri nella capitale sono concentrati su via Qasr al Aini, di fronte all’università americana, dove i manifestanti hanno lanciato pietre contro gli agenti che hanno risposto con gas lacrimogeni. Intanto, oltre 20 organizzazione non governative hanno sottoscritto una lettera aperta a Morsi in cui sollecitano a ritirare la riforma che gli garantisce ulteriori poteri e che infierisce “un colpo letale” al sistema giudiziario egiziano.

La situazione volatile, sta avendo ripercussioni anche sull’economia nazionale e ieri la Borsa egiziana è stata sospesa per mezz’ora dopo una perdita del 5% in apertura di seduta. Nel corso della giornata, i listini hanno subito un nuovo tracollo, arrivando a toccare il – 9 %.

Nel tentativo di stemperare le tensioni, Morsi – che ha più volte ribadito che l’ampliamento dei poteri concesso al presidente sia solo questione ‘temporanea’ – ha annunciato oggi un incontro con i vertici della magistratura.

Nei giorni scorsi il Consiglio giudiziario supremo aveva sottolineato che il decreto sull’inappellabilità delle decisioni presidenziali si applica soltanto “alle questioni legate alla sovranità”. In una nota alla tv di Stato, l’organismo ha anche invitato i tribunali e le procure a non interrompere il lavoro, nonostante lo sciopero convocato dall’associazione dei magistrati.

Secondo gli osservatori, le disposizioni costituzionali annunciate da Morsi hanno come principale obiettivo quello di “blindare” la contestata Assemblea Costituente, alle prese con la stesura della nuova Costituzione, da un possibile ordine di scioglimento da parte della magistratura. Morsi accusa le “forze oscure” del passato regime, di stare covando sotto la cenere per prolungare un’instabilità che mina gli sforzi di ripresa del paese.

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