La nuova evangelizzazione sarà davvero efficace se riuscirà a contrastare l’ignoranza della fede: è quanto affermato da Benedetto XVI nell’udienza all’ultimo gruppo di vescovi francesi, in visita ad Limina, ricevuti stamani in Vaticano. Il Papa non ha mancato di mettere l’accento sul ruolo dei laici e dei giovani in particolare, per dare nuova vitalità alla speranza cristiana in Francia e in Europa. Infine, ha auspicato che nascano nuove vocazioni sacerdotali. Il servizio di Alessandro Gisotti.
Radio Vaticana - Uno dei “più gravi problemi della nostra epoca”, ha detto Benedetto XVI, è l’ignoranza religiosa nella quale vivono molte persone, “compresi i fedeli cattolici”. Una situazione, ha avvertito, che va affrontata con decisione come è stato ribadito nel Sinodo sulla nuova evangelizzazione:
“Il s’agit en realité d’une double ignorance…”
“Si tratta in realtà – ha evidenziato – di una doppia ignoranza”: una "scarsa conoscenza della persona di Gesù Cristo e un’ignoranza della sublimità dei suoi insegnamenti” di valore universale “nella ricerca del significato della vita e del bene”. Questa ignoranza – ha osservato – genera inoltre nelle nuove generazioni l’incapacità di comprendere la storia e di sentirsi eredi di questa tradizione che ha plasmato la vita, la società, l’arte e la cultura europea”. Ha quindi indicato nell’Anno della fede e nell’impegno per la nuova evangelizzazione l’occasione per rinnovare la testimonianza della fede. “Preghiera e azione – ha aggiunto – sono gli strumenti che il nostro Salvatore ci chiede sempre ancora di utilizzare”: “La nouvelle évangélisation sera efficace…” “La nuova evangelizzazione – ha affermato – sarà efficace se coinvolgerà profondamente le comunità e le parrocchie”. Ed ha sottolineato come “i segni di vitalità e l’impegno dei fedeli laici nella società francese siano già una realtà incoraggiante”. I laici, assieme ai vescovi e ai sacerdoti, “sono protagonisti nella vita della Chiesa e nella sua missione di evangelizzazione”. I laici, ha detto, sono “il volto del mondo nella Chiesa e al tempo stesso il viso della Chiesa nel mondo”: “L’Eglise en Europe et en France ne peut rester…” “La Chiesa in Europa e in Francia – ha poi avvertito – non può restare indifferente di fronte alla diminuzione delle vocazioni e delle ordinazioni sacerdotali”. E’ urgente, ha detto, “mobilitare tutte le energie disponibili affinché i giovani possano ascoltare la voce del Signore”. Ed ha messo l’accento sulle famiglie e le comunità ferventi che rappresentano un “terreno particolarmente favorevole” per le vocazioni. Il Papa ha quindi rivolto il suo pensiero alla gioventù “speranza e avvenire della Chiesa nel mondo” mettendo in rilievo il ruolo dell’educazione cattolica. Un compito “ammirabile – ha detto – spesso difficile” che permette ai giovani di “assimilare i valori umani e cristiani” per tendere all’amore del vero e del bello. Ed ha rilevato che gli istituti cattolici sono al primo posto nel favorire il dialogo tra fede e cultura. In tale contesto, ha elogiato l’iniziativa di alcune diocesi per promuovere lo studio teologico tra i giovani: “La théologie est une source de sagesse…” “La teologia – ha detto – è una fonte di saggezza, di gioia” che “non può essere riservata solamente ai seminaristi, ai sacerdoti e alle persone consacrate”. Proposta a numerosi giovani e adulti li “conforterà nella loro fede e farà di loro, senza dubbi, degli apostoli audaci e convincenti”.
Radio Vaticana - Uno dei “più gravi problemi della nostra epoca”, ha detto Benedetto XVI, è l’ignoranza religiosa nella quale vivono molte persone, “compresi i fedeli cattolici”. Una situazione, ha avvertito, che va affrontata con decisione come è stato ribadito nel Sinodo sulla nuova evangelizzazione:
“Il s’agit en realité d’une double ignorance…”
“Si tratta in realtà – ha evidenziato – di una doppia ignoranza”: una "scarsa conoscenza della persona di Gesù Cristo e un’ignoranza della sublimità dei suoi insegnamenti” di valore universale “nella ricerca del significato della vita e del bene”. Questa ignoranza – ha osservato – genera inoltre nelle nuove generazioni l’incapacità di comprendere la storia e di sentirsi eredi di questa tradizione che ha plasmato la vita, la società, l’arte e la cultura europea”. Ha quindi indicato nell’Anno della fede e nell’impegno per la nuova evangelizzazione l’occasione per rinnovare la testimonianza della fede. “Preghiera e azione – ha aggiunto – sono gli strumenti che il nostro Salvatore ci chiede sempre ancora di utilizzare”: “La nouvelle évangélisation sera efficace…” “La nuova evangelizzazione – ha affermato – sarà efficace se coinvolgerà profondamente le comunità e le parrocchie”. Ed ha sottolineato come “i segni di vitalità e l’impegno dei fedeli laici nella società francese siano già una realtà incoraggiante”. I laici, assieme ai vescovi e ai sacerdoti, “sono protagonisti nella vita della Chiesa e nella sua missione di evangelizzazione”. I laici, ha detto, sono “il volto del mondo nella Chiesa e al tempo stesso il viso della Chiesa nel mondo”: “L’Eglise en Europe et en France ne peut rester…” “La Chiesa in Europa e in Francia – ha poi avvertito – non può restare indifferente di fronte alla diminuzione delle vocazioni e delle ordinazioni sacerdotali”. E’ urgente, ha detto, “mobilitare tutte le energie disponibili affinché i giovani possano ascoltare la voce del Signore”. Ed ha messo l’accento sulle famiglie e le comunità ferventi che rappresentano un “terreno particolarmente favorevole” per le vocazioni. Il Papa ha quindi rivolto il suo pensiero alla gioventù “speranza e avvenire della Chiesa nel mondo” mettendo in rilievo il ruolo dell’educazione cattolica. Un compito “ammirabile – ha detto – spesso difficile” che permette ai giovani di “assimilare i valori umani e cristiani” per tendere all’amore del vero e del bello. Ed ha rilevato che gli istituti cattolici sono al primo posto nel favorire il dialogo tra fede e cultura. In tale contesto, ha elogiato l’iniziativa di alcune diocesi per promuovere lo studio teologico tra i giovani: “La théologie est une source de sagesse…” “La teologia – ha detto – è una fonte di saggezza, di gioia” che “non può essere riservata solamente ai seminaristi, ai sacerdoti e alle persone consacrate”. Proposta a numerosi giovani e adulti li “conforterà nella loro fede e farà di loro, senza dubbi, degli apostoli audaci e convincenti”.
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