Il seminario da Palermo. Il cardinale Romeo ricorda «l’immigrato Giovanni Paolo II»
Roma.
7 novembre 2012 – «Solo con una nuova legge sulla cittadinanza ci sarà la svolta nell'integrazione degli stranieri. Solo dando diritti si possono imporre i doveri». Lo ha affermato da Palermo il presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero, intervenendo al seminario promosso dal Patronato Acli: “Integrazione, legalità, cittadinanza. Una scommessa per tutti. Il nuovo volto dell’immigrazione”.
L’appuntamento ha aperto nel pomeriggio la quattro giorni organizzata dalle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani sul tema del lavoro e dell’immigrazione in Italia e in Europa, con il sostegno della Commissione europea e del Centro europeo per i problemi dei lavoratori (Eza). «Occorre lavorare sull’integrazione a partire dagli italiani – ha aggiunto Olivero - rimuovendo pregiudizi e aprendo gli occhi sui fatti. Non mancano infatti le difficoltà nella convivenza, ma la realtà ci dice che l’immigrazione da tempo sta offrendo all’Italia un grande contributo sul piano del benessere economico e sociale, a partire dalla crescita demografica». «Pil demografico» lo ha chiamato Gian Carlo Blangiardo, dell’Università Bicocca di Milano/Ismu, intervenendo al seminario. Cioè «il patrimonio demografico collettivo di un Paese, il futuro che abbiamo. Ed il primo contributo degli immigrati per l’Italia – ha detto - è in questo campo». Roberto Lagalla, rettore dell’Università di Palermo, ha ribadito «il ruolo fondamentale della cultura, della scuola e delle università in particolare per l’integrazione degli studenti stranieri con il territorio e le istituzioni».
Marco De Giorgi, delll’Ufficio nazionale per le discriminazioni razziali (Unar) ha citato i 1000 casi di discriminazione segnalati nel corso dell’anno, parlando della crescita di un nuovo tipo di razzismo, «che fa percepire la discriminazione come accettabile e finisce per autorizzare indirettamente la violenza». Fabrizio Benvignati, vicepresidente delegato del Patronato Acli, ha raccontato i 10 anni di servizio accanto agli immigrati e «l’integrazione quotidiana cresciuta col tempo davanti agli sportelli, fra gli utenti italiani, spesso anziani e pensionati, e gli stranieri, accumunati da bisogno di assistenza e tutela. I servizi sociali – ha ribadito - sono un canale privilegiato per la promozione dei diritti e l’integrazione dei cittadini immigrati». «Un lavoro che ha costretto la stessa associazione a rinnovarsi e ripensarsi» ha aggiunto Santino Scirè, vicepresidente nazionale e presidente delle Acli siciliane. E Olivero ha concluso: «Si deve aprire ora una nuova fase per le Acli. Dobbiamo diventare associazione di migranti, non solo di servizi per stranieri. Dobbiamo dare maggiore voce e protagonismo ai cittadini immigrati».
Infine l’intervento del cardinale Paolo Romeo, arcivescovo di Palermo, che ha ricordato «l'immigrato Giovanni Paolo II» il suo "vengo da lontano, se mi sbaglio mi corrigerete". «Dinanzi a un mondo globalizzato – ha detto – serve una visione globale, non globalizzante, con al centro la persona umana».
7 novembre 2012 – «Solo con una nuova legge sulla cittadinanza ci sarà la svolta nell'integrazione degli stranieri. Solo dando diritti si possono imporre i doveri». Lo ha affermato da Palermo il presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero, intervenendo al seminario promosso dal Patronato Acli: “Integrazione, legalità, cittadinanza. Una scommessa per tutti. Il nuovo volto dell’immigrazione”.
L’appuntamento ha aperto nel pomeriggio la quattro giorni organizzata dalle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani sul tema del lavoro e dell’immigrazione in Italia e in Europa, con il sostegno della Commissione europea e del Centro europeo per i problemi dei lavoratori (Eza). «Occorre lavorare sull’integrazione a partire dagli italiani – ha aggiunto Olivero - rimuovendo pregiudizi e aprendo gli occhi sui fatti. Non mancano infatti le difficoltà nella convivenza, ma la realtà ci dice che l’immigrazione da tempo sta offrendo all’Italia un grande contributo sul piano del benessere economico e sociale, a partire dalla crescita demografica». «Pil demografico» lo ha chiamato Gian Carlo Blangiardo, dell’Università Bicocca di Milano/Ismu, intervenendo al seminario. Cioè «il patrimonio demografico collettivo di un Paese, il futuro che abbiamo. Ed il primo contributo degli immigrati per l’Italia – ha detto - è in questo campo». Roberto Lagalla, rettore dell’Università di Palermo, ha ribadito «il ruolo fondamentale della cultura, della scuola e delle università in particolare per l’integrazione degli studenti stranieri con il territorio e le istituzioni».
Marco De Giorgi, delll’Ufficio nazionale per le discriminazioni razziali (Unar) ha citato i 1000 casi di discriminazione segnalati nel corso dell’anno, parlando della crescita di un nuovo tipo di razzismo, «che fa percepire la discriminazione come accettabile e finisce per autorizzare indirettamente la violenza». Fabrizio Benvignati, vicepresidente delegato del Patronato Acli, ha raccontato i 10 anni di servizio accanto agli immigrati e «l’integrazione quotidiana cresciuta col tempo davanti agli sportelli, fra gli utenti italiani, spesso anziani e pensionati, e gli stranieri, accumunati da bisogno di assistenza e tutela. I servizi sociali – ha ribadito - sono un canale privilegiato per la promozione dei diritti e l’integrazione dei cittadini immigrati». «Un lavoro che ha costretto la stessa associazione a rinnovarsi e ripensarsi» ha aggiunto Santino Scirè, vicepresidente nazionale e presidente delle Acli siciliane. E Olivero ha concluso: «Si deve aprire ora una nuova fase per le Acli. Dobbiamo diventare associazione di migranti, non solo di servizi per stranieri. Dobbiamo dare maggiore voce e protagonismo ai cittadini immigrati».
Infine l’intervento del cardinale Paolo Romeo, arcivescovo di Palermo, che ha ricordato «l'immigrato Giovanni Paolo II» il suo "vengo da lontano, se mi sbaglio mi corrigerete". «Dinanzi a un mondo globalizzato – ha detto – serve una visione globale, non globalizzante, con al centro la persona umana».
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