In Italia dal Guatemala per parlare delle Stragi e della trattativa
Liberainformazione - E' partito da Palermo per andare a dirigere l'ufficio delle Nazioni Unite in Guatemala, nell'altro capo del mondo. Lontano dalle polemiche suscitate dall'inchiesta sulla trattativa Stato-mafia, dal conflitto di attribuzione sollevato dal Quirinale e da un processo che sarà sicuramente lungo e complesso. Lontano, certo, ma libero di parlare e di analizzare un'Italia ancora lontana dalle verità sulle Stragi del '92 e del '93. Qualcuno si interroga su un suo imminente ingresso nell'arena politica, qualcun altro pensa che questo passo non lo faccia. E' un argomento sul quale si dibatte da tempo. I suoi detrattori, molti, lo accusano di essere stato un magistrato politicizzato. Hanno sollevato un polverone quando, alcuni anni fa, prese la parola in una gremita piazza del Popolo a Roma definendosi un “partigiano della Costituzione”, oppure quando partecipò al congresso dei Comunisti italiani, dove ribadì lo stesso concetto. Accuse su accuse contro il procuratore palermitano, coordinatore di una delle inchieste più scottanti degli ultimi anni: la trattativa.
Il suo lavoro lo ha portato a termine, per partire subito prima dell'avvio del processo vero e proprio, nonostante i numerosi inviti a restare a Palermo per continuare il lavoro di indagine contro Cosa nostra. In una delle ultime interniste concessa prima di partire al direttore di Libera Informazione Santo Della Volpe, ha così commentato: «Il lavoro fatto nel contrasto alla mafia è stato apprezzato e considerato importante dalla società civile. Ma per il momento vado in Guatemala per questo impegno. Parto, anche se non chiudo con il mio passato. Ci mancherebbe! Resto in contatto con la nostra realtà italiana e non mi precludo niente per quando tornerò. Vedremo, non ci sono tabù…».
Anche se in Guatemala, il cuore e la testa restano sempre in Italia. La rivista Micro Mega gli ha offerto uno spazio per curare un blog sul sito, mentre ha da poco dato alle stampe un nuovo libro “Io so”. Scritto con i giornalisti Sandra Rizza e Giuseppe Lo Bianco, è il racconto degli ultimi vent'anni della storia d'Italia, visti da chi ha cercato le verità dei fatti accaduti. «C’è una verità indicibile nelle stanze del potere – scrive Ingroia - un potere non conoscibile dai cittadini che si nasconde, che si sottrae a ogni forma di controllo. La ragion di Stato rischia di diventare un ombrello difensivo sotto il quale proteggere la parte oscura del potere, il suo volto osceno, e la storia occulta dei patti inconfessabili, compresi quella tra Stato e mafia».
Oggi Ingroia sarà a Roma per presentare il libro, alle 18:00 al teatro Ambra Garbatella. Con lui interverranno Rizza e Lo Bianco, Marco Travaglio, Gabriella Stramaccioni, Santo Della Volpe e Lorenzo Fazio. Una buona occasione per conoscere e approfondire.
Liberainformazione - E' partito da Palermo per andare a dirigere l'ufficio delle Nazioni Unite in Guatemala, nell'altro capo del mondo. Lontano dalle polemiche suscitate dall'inchiesta sulla trattativa Stato-mafia, dal conflitto di attribuzione sollevato dal Quirinale e da un processo che sarà sicuramente lungo e complesso. Lontano, certo, ma libero di parlare e di analizzare un'Italia ancora lontana dalle verità sulle Stragi del '92 e del '93. Qualcuno si interroga su un suo imminente ingresso nell'arena politica, qualcun altro pensa che questo passo non lo faccia. E' un argomento sul quale si dibatte da tempo. I suoi detrattori, molti, lo accusano di essere stato un magistrato politicizzato. Hanno sollevato un polverone quando, alcuni anni fa, prese la parola in una gremita piazza del Popolo a Roma definendosi un “partigiano della Costituzione”, oppure quando partecipò al congresso dei Comunisti italiani, dove ribadì lo stesso concetto. Accuse su accuse contro il procuratore palermitano, coordinatore di una delle inchieste più scottanti degli ultimi anni: la trattativa.
Il suo lavoro lo ha portato a termine, per partire subito prima dell'avvio del processo vero e proprio, nonostante i numerosi inviti a restare a Palermo per continuare il lavoro di indagine contro Cosa nostra. In una delle ultime interniste concessa prima di partire al direttore di Libera Informazione Santo Della Volpe, ha così commentato: «Il lavoro fatto nel contrasto alla mafia è stato apprezzato e considerato importante dalla società civile. Ma per il momento vado in Guatemala per questo impegno. Parto, anche se non chiudo con il mio passato. Ci mancherebbe! Resto in contatto con la nostra realtà italiana e non mi precludo niente per quando tornerò. Vedremo, non ci sono tabù…».
Anche se in Guatemala, il cuore e la testa restano sempre in Italia. La rivista Micro Mega gli ha offerto uno spazio per curare un blog sul sito, mentre ha da poco dato alle stampe un nuovo libro “Io so”. Scritto con i giornalisti Sandra Rizza e Giuseppe Lo Bianco, è il racconto degli ultimi vent'anni della storia d'Italia, visti da chi ha cercato le verità dei fatti accaduti. «C’è una verità indicibile nelle stanze del potere – scrive Ingroia - un potere non conoscibile dai cittadini che si nasconde, che si sottrae a ogni forma di controllo. La ragion di Stato rischia di diventare un ombrello difensivo sotto il quale proteggere la parte oscura del potere, il suo volto osceno, e la storia occulta dei patti inconfessabili, compresi quella tra Stato e mafia».
Oggi Ingroia sarà a Roma per presentare il libro, alle 18:00 al teatro Ambra Garbatella. Con lui interverranno Rizza e Lo Bianco, Marco Travaglio, Gabriella Stramaccioni, Santo Della Volpe e Lorenzo Fazio. Una buona occasione per conoscere e approfondire.
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È presente 1 commento
https://www.facebook.com/Serpul....ANCHE IO SO....e sto con INGROIA......!!!!!!!
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