L’evento “Cities for life”promosso per questa sera dalla Comunità di Sant’Egidio
di Carlo Mafera
Roma e il Colosseo come luogo centrale e simbolico di una campagna mondiale per abolire la pena di morte: è l’evento promosso questa sera dalla Comunità di Sant’Egidio dal titolo “Cities for life”, che vedrà nell’arco di 24 ore il collegamento con Roma da parte di 1.600 città del mondo. Questa giornata internazionale è stata avviata dieci anni fa dalla città di Roma con la Comunità di Sant’Egidio ed è sostenuta dalla “Coalizione mondiale contro la pena di morte”. L’accensione speciale del Colosseo, luogo scelto come “Testimonial della vita”, celebra quest’anno l’abolizione della pena di morte in Connecticut: il quinto stato americano ad abolire la pena capitale negli Stati Uniti negli ultimi cinque anni (2007 New Jersey, 2008 New Mexico, 2010 New York, 2011 Illinois, 2012 Connecticut). La serata al Colosseo (partenza alle ore 19) vedrà la presenza di “testimonial” quali Shujaa Graham e Fernando Bermudez, condannati innocenti per omicidi mai commessi negli Usa, del fondatore della Coalizione del Texas contro la pena di morte, David Atwood, di Tamara Chikunova, fondatrice delle Madri contro la pena di morte, cui si deve gran parte del successo nell’abolizione della pena capitale in molti Paesi dell’Asia centrale. Saranno presenti anche ministri, politici, uomini di cultura, attivisti per la vita.
Si fa quindi sempre più strada, all’interno del tessuto socio-politico mondiale, il passo della Genesi dove viene pronunciata la famosa frase “Chiunque ucciderà Caino…” dove il Signore vieta decisamente la vendetta. È bene ricordare i passaggi fondamentali: "Disse Caino al Signore: 'La mia colpa è troppo pesante da portare. Ecco tu mi scacci oggi da questo suolo, e io mi dovrò nascondere lontano da te - questo è importante in una prospettiva religiosa: l'uomo perde il fratello perché l'uccide, perde la dimensione sua di fraternità e perde la terra - Io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra non coltivata e chiunque mi incontrerà mi potrà uccidere”. Si è stabilita ora una catena: l'omicida incontrerà altri omicidi sulla terra non coltivata. Ma il Signore vieta la vendetta: "Però chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte”. Qui il Signore protegge la vita di Caino anche se è omicida. Il divieto è espresso in una forma plastica: chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte, cioè innumerevoli volte. Alla violenza non si può rispondere con la violenza. "Il Signore impose un segno a Caino perché non lo colpisse chiunque l'avesse incontrato". Dio si cura della vita di Caino, si fa custode della sua vita. Dio qui non è bifronte, mysterium fascinans e mysterium tremendum, ma ha un'unica faccia, quella di difesa del diritto di Abele e di difesa della vita dell'omicida. E’ un racconto pieno di senso per chi crede, ma anche per chi non crede a Dio. E proprio questa sera ci sarà un incontro trasversale dove saranno presenti tutte le realtà che sostengono questa idea, a testimonianza del fatto che spesso e volentieri il pensiero laico e quello religioso coincidono.
È interessante riportare quanto afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica: “La pena inflitta deve essere proporzionata alla gravità del delitto. Oggi, a seguito delle possibilità di cui lo Stato dispone per reprimere il crimine rendendo inoffensivo il colpevole, i casi di assoluta necessità di pena di morte «sono ormai molto rari, se non addirittura praticamente inesistenti» (Evangelium vitae). Quando i mezzi incruenti sono sufficienti, l’autorità si limiterà a questi mezzi, perché questi corrispondono meglio alle condizioni concrete del bene comune, sono più conformi alla dignità della persona e non tolgono definitivamente al colpevole la possibilità di redimersi”.
di Carlo Mafera
Roma e il Colosseo come luogo centrale e simbolico di una campagna mondiale per abolire la pena di morte: è l’evento promosso questa sera dalla Comunità di Sant’Egidio dal titolo “Cities for life”, che vedrà nell’arco di 24 ore il collegamento con Roma da parte di 1.600 città del mondo. Questa giornata internazionale è stata avviata dieci anni fa dalla città di Roma con la Comunità di Sant’Egidio ed è sostenuta dalla “Coalizione mondiale contro la pena di morte”. L’accensione speciale del Colosseo, luogo scelto come “Testimonial della vita”, celebra quest’anno l’abolizione della pena di morte in Connecticut: il quinto stato americano ad abolire la pena capitale negli Stati Uniti negli ultimi cinque anni (2007 New Jersey, 2008 New Mexico, 2010 New York, 2011 Illinois, 2012 Connecticut). La serata al Colosseo (partenza alle ore 19) vedrà la presenza di “testimonial” quali Shujaa Graham e Fernando Bermudez, condannati innocenti per omicidi mai commessi negli Usa, del fondatore della Coalizione del Texas contro la pena di morte, David Atwood, di Tamara Chikunova, fondatrice delle Madri contro la pena di morte, cui si deve gran parte del successo nell’abolizione della pena capitale in molti Paesi dell’Asia centrale. Saranno presenti anche ministri, politici, uomini di cultura, attivisti per la vita.
Si fa quindi sempre più strada, all’interno del tessuto socio-politico mondiale, il passo della Genesi dove viene pronunciata la famosa frase “Chiunque ucciderà Caino…” dove il Signore vieta decisamente la vendetta. È bene ricordare i passaggi fondamentali: "Disse Caino al Signore: 'La mia colpa è troppo pesante da portare. Ecco tu mi scacci oggi da questo suolo, e io mi dovrò nascondere lontano da te - questo è importante in una prospettiva religiosa: l'uomo perde il fratello perché l'uccide, perde la dimensione sua di fraternità e perde la terra - Io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra non coltivata e chiunque mi incontrerà mi potrà uccidere”. Si è stabilita ora una catena: l'omicida incontrerà altri omicidi sulla terra non coltivata. Ma il Signore vieta la vendetta: "Però chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte”. Qui il Signore protegge la vita di Caino anche se è omicida. Il divieto è espresso in una forma plastica: chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte, cioè innumerevoli volte. Alla violenza non si può rispondere con la violenza. "Il Signore impose un segno a Caino perché non lo colpisse chiunque l'avesse incontrato". Dio si cura della vita di Caino, si fa custode della sua vita. Dio qui non è bifronte, mysterium fascinans e mysterium tremendum, ma ha un'unica faccia, quella di difesa del diritto di Abele e di difesa della vita dell'omicida. E’ un racconto pieno di senso per chi crede, ma anche per chi non crede a Dio. E proprio questa sera ci sarà un incontro trasversale dove saranno presenti tutte le realtà che sostengono questa idea, a testimonianza del fatto che spesso e volentieri il pensiero laico e quello religioso coincidono.
È interessante riportare quanto afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica: “La pena inflitta deve essere proporzionata alla gravità del delitto. Oggi, a seguito delle possibilità di cui lo Stato dispone per reprimere il crimine rendendo inoffensivo il colpevole, i casi di assoluta necessità di pena di morte «sono ormai molto rari, se non addirittura praticamente inesistenti» (Evangelium vitae). Quando i mezzi incruenti sono sufficienti, l’autorità si limiterà a questi mezzi, perché questi corrispondono meglio alle condizioni concrete del bene comune, sono più conformi alla dignità della persona e non tolgono definitivamente al colpevole la possibilità di redimersi”.
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