lunedì, novembre 05, 2012
Domenica scorsa di primo mattino la polizia greca si è presentata a casa di Kòstas Vaxevànis, giornalista ed editore del periodico "Hot Doc." e lo ha arrestato.  

GreenReport - Vaxevànis è accusato di aver pubblicato la Lista Lagarde, un elenco di nomi di persone e società che avrebbero trasferito una grande quantità di denaro dalla Grecia in crisi in conti svizzeri. La pubblicazione di tale lista viene considerato reato di violazione della privacy, Vaxevànis è stato rilasciato dopo 24 ore. La sera di giovedì 1° novembre Vaxevànis, che era stato condotto in giudizio, è stato assolto, ma questo non toglie nulla alla gravità del fatto, anzi la sentenza smentisce le motivazioni dietro cui il ministro Papakostantìnu si era rifiutato due anni fa di rendere pubblici i nomi della Lista Lagarde.

Nell'ottobre 2010 Paola Lagarde consegnò al ministro greco dell'economia un CD con l'elenco di 2059 nomi di greci o società greche con conti in Svizzera. Elenchi simili furono consegnati anche a Spagna e Francia e furono subito resi pubblici da questi paesi. Il ministro dell'economia greco, Papakostantìnu, invece consegnò solo o dieci o venti nomi, non si sa con quale criterio scelti, al direttore dello SDOE, il "Corpo per l'Indagine sui Delitti Economici", affinché facesse una ricerca su questo piccolo elenco. L'allora primo ministro Papandrèu invitò a procedere nell'indagine sui nomi della lista. Ma non se ne fece di nulla, Papakostantìnu si nascose dietro le valutazioni del suo consigliere giuridico che ritenevano arbitraria ed illegale qualsiasi indagine su chi aveva trasferito denaro all'estero, anche somme ingenti. Pochi mesi dopo fu nominato nuovo ministro dell'economia Evànghelos Venizèlos, il futuro presidente del partito socialista, ma la scelta non cambiò, la Lista Lagarde rimase "dimenticata" in un cassetto del ministro.

Alcuni giorni fa una copia di questa lista, accompagnata da una lettera di un lettore anonimo, è arrivata alla redazione di "Hot Doc.", il giornale di Vaxevànis. Nell'editoriale del numero della rivista che ha pubblicava la Lista Lagarde. Vaxevànis dipinge gli ex ministri dell'economia Venizèlos e Papakostantìnu e l'attuale primo ministro Samaràs come "i rappresentanti della prospettiva europea della Grecia. Evidentemente una prospettiva europea che sostiene di dare battaglia per rimettere in piedi il paese e per reprimere l'evasione fiscale, ma è l'unico stato che non ha dato valore alla Lista Lagarde..."

In Grecia come in Italia, l'evasione fiscale è stata tollerata se non promossa apertamente, un esempio per tutti: gli armatori greci usufruiscono di ben 57 diverse esenzioni fiscali e il loro versamento la fisco è inferiore a quello dei lavoratori immigrati. Solamente ora quando il paese è nel pieno di una profonda crisi il problema, è diventato attuale e si sostiene, a parole per come è andata la storia della Lista, che va affrontato alla radice.

Ma quello che fa più pensare di più in tutta questa vicenda, è l'arresto e la condotta in tribunale di un giornalista che non ha fatto altro che informare l'opinione pubblica di chi erano 2059 nomi di soggetti che hanno portato enormi capitali greci all'estero e forse non hanno mai pagato un euro di tasse.

Dovrebbero meditare i nostri politici su come formulare norme giuridiche per "regolare e delimitare" l'attività della stampa nel campo delle intercettazioni o altro. Non vorremo che anche in Italia qualche giornalista venga svegliato all'alba dalla polizia che bussa alla porta.

Mauro Faroldi, da Atene


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