lunedì, novembre 05, 2012
Il primario di urologia all’Ahalia Hospital descrive l’ucciso, il dr. Rajan Daniel, un “gentiluomo molto religioso”. Poche ore prima della sua morte, la vittima ha voluto leggere la Bibbia. A ucciderlo sarebbe stato un uomo di nazionalità pakistana, forse un suo paziente.

Asianews - Un "gentiluomo" dalla forte fede in Dio e con un incrollabile senso del dovere: così il dr. PK Gopinath Menon, primario di urologia all'Ahalia Hospital di Abu Dhabi, descrive il dr. Rajan Daniel, medico indiano assassinato il 2 novembre scorso da un uomo di origini pakistane. Sul caso non ci sono ancora novità: Mohamed Abdul Jamil, il presunto omicida, è ancora in stato di fermo e la polizia degli Emirati Arabi Uniti continuerebbe ad indagare. Intanto, desta sempre più scalpore il silenzio da parte delle autorità e dei media del Kerala, Stato d'origine della vittima.

Secondo le testimonianze della moglie Geetha, il giorno dell'omicidio il dr. Daniel, 58 anni, è rientrato a casa nel pomeriggio, dopo aver partecipato a una conferenza a Dubai. La coppia ha preso un tè insieme; prima di tornare in ospedale per il turno serale, la vittima ha letto per mezz'ora la Bibbia. "Pur essendo un uomo molto religioso - ha raccontato la moglie -, di solito non faceva una cosa simile, avendo poco tempo a disposizione. Tuttavia, non l'ho voluto disturbare". L'omicidio è avvenuto proprio al rientro in ospedale: Jamil avrebbe atteso il dr. Daniel, e gli avrebbe inferto otto coltellate. Del sospettato non si sa ancora se fosse un paziente o meno.

La scorsa settimana, il dr. Daniel e sua moglie avevano ricevuto dall'India la visita della figlia maggiore, Junu, con la sua famiglia. "Egli mi disse - racconta il dr. Menon - di amare il tempo passato con i due nipotini, e che purtroppo non poteva vederli spesso a causa degli impegni lavorativi". "Rajan Daniel - prosegue il primario - era un gentiluomo fino al midollo. Non avrebbe mai fatto del male a nessuno".

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