martedì, novembre 27, 2012
Domenica 25 al Centro Scalabrini di Brixton Road non è stata una domenica come tutte le altre…

dalla nostra corrispondente a Londra Katia Bortolazzo

Già dal mattino vedevi arrivare la gente da ogni parte di Londra, anzi da ogni parte del mondo. Erano filippini, portoghesi, maltesi, italiani ed altri ancora, affezionati a questa realtà missionaria esistente dagli anni ‘60. C’era anche Padre Stanislaw, il cappellano degli sloveni, un popolo amico dell’Italia o almeno confinante. Passavano prima di tutto alla cucina per deporre le loro specialità, preparate durante la settimana per la solenne occasione. Poi entravano in chiesa, che da semplice cappella con gli ultimi lavori e il lungo tappeto rosso non aveva niente da invidiare alla nostra cattedrale. Qui si scatenavano le corali filippina e portoghese e il nostro vecchio coro degli alpini, che con Amerigo sa anche lanciarsi in assoli indimenticabili. La messa intercomunitaria è scivolata via - come diceva Emmanuele, giovane messicano - viva, ordinata e solenne. Great! Il Signore degli eserciti era con noi, ma per una battaglia di pace: saper vivere insieme tra culture e lingue differenti. Lo si è visto anche qualche istante dopo... Sono piombati nel salone delle feste il gruppo folklorico portoghese, capitanato da Manuel, con una danza viva e indiavolata, e poi il corpo di ballo filippino, tutto in costume nero elegante, dai dolci ritmi dell’Oceano indiano. Anche i missionari si sono gettati nella mischia, capeggiati da padre Francesco Buttazzo, abituato già da piccolo a saltare la taranta del leccese. Intanto ognuno attaccava con gusto le specialità e le raffinatezze dal mondo, dove (manco ad immaginarlo!) tra i primi piatti le nostre penne all’arrabbiata facevano la figura del re... in combinazione con il Montepulciano, che necessitava continuamente di rinforzi.

Al momento della tregua, l’estrazione della tombola del CDI, Comitato Donne Italiane, ha dato un po’ di pace, respiro e felicità. Con questo la festa era quasi finita. Mancavano solo un’immensa torta e la sciabola, che ben presto, come per incanto, sono apparse. Insieme ai protagonisti. Erano iscritti in grande sulla torta. 125 anni di vita, di coraggio e di passione della Congregazione scalabriniana e 25 anni di prete missionario di Renato Zilio. Che confessava di aver incontrato Dio e il suo Amore in tanti volti, avventure e storie di migranti... proprio come qui. “Obrigado!” diceva infine partendo, con un grazie alla portoghese, una donna italiana. Aveva respirato il carisma del mondo. Wonderful!

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