Una serie di esplosioni, cinque stando ai resoconti di diversi testimoni locali, hanno scosso diversi quartieri della città di Damasco tra ieri sera e questa mattina.
Misna - L’ultima delle deflagrazioni si sarebbe verificata all’alba di questa mattina nel quartiere meridionale e ad alta concentrazione sunnita di Qaddam, causando la morte di una persona e il ferimento di diverse altre. Ieri sera altre tre vittime – secondo l’emittente Sham Tv – erano state provocate da un’autobomba nel sobborgo di Zabadani, alla periferia della capitale, mentre l’esplosione più grave si sarebbe verificata nel quartiere di Mezze 86, abitato da alawiti e non distante dal palazzo presidenziale, con un bilancio 11 morti .
Gli osservatori concordano sul fatto che l’aumento degli attentati dinamitardi nelle diverse zone della capitale costituisce un segnale allarmante della divisione settaria che cova sotto le ceneri di un conflitto sempre più complesso e difficile da arginare.
“Temo il peggio, e che la Siria possa trasformarsi in una nuova Somalia” ha ammonito Lakhar Brahimi, inviato speciale di Onu e Lega Araba in un’intervista al quotidiano libanese al Hayat. Secondo il diplomatico, il conflitto si sta trasformando in una guerra di usura in cui milizie paramilitari e signori della guerra potrebbero contendersi il vuoto lasciato da un eventuale collasso del governo.
Le dichiarazioni di Brahimi giungono a pochi giorni dal fallimento del cessate il fuoco proposto in occasione della festa islamica dell’Eid al Adha e mentre in Qatar è ancora in corso l’Assemblea Generale del Consiglio nazionale Siriano, (Cns). Obiettivo dell’incontro, sostenuto dagli Stati Uniti, è la creazione di un fronte di opposizione compatto, capace di garantire una transizione che ponga fine alle violenze in corso in Siria da più di 20 mesi.
Misna - L’ultima delle deflagrazioni si sarebbe verificata all’alba di questa mattina nel quartiere meridionale e ad alta concentrazione sunnita di Qaddam, causando la morte di una persona e il ferimento di diverse altre. Ieri sera altre tre vittime – secondo l’emittente Sham Tv – erano state provocate da un’autobomba nel sobborgo di Zabadani, alla periferia della capitale, mentre l’esplosione più grave si sarebbe verificata nel quartiere di Mezze 86, abitato da alawiti e non distante dal palazzo presidenziale, con un bilancio 11 morti .
Gli osservatori concordano sul fatto che l’aumento degli attentati dinamitardi nelle diverse zone della capitale costituisce un segnale allarmante della divisione settaria che cova sotto le ceneri di un conflitto sempre più complesso e difficile da arginare.
“Temo il peggio, e che la Siria possa trasformarsi in una nuova Somalia” ha ammonito Lakhar Brahimi, inviato speciale di Onu e Lega Araba in un’intervista al quotidiano libanese al Hayat. Secondo il diplomatico, il conflitto si sta trasformando in una guerra di usura in cui milizie paramilitari e signori della guerra potrebbero contendersi il vuoto lasciato da un eventuale collasso del governo.
Le dichiarazioni di Brahimi giungono a pochi giorni dal fallimento del cessate il fuoco proposto in occasione della festa islamica dell’Eid al Adha e mentre in Qatar è ancora in corso l’Assemblea Generale del Consiglio nazionale Siriano, (Cns). Obiettivo dell’incontro, sostenuto dagli Stati Uniti, è la creazione di un fronte di opposizione compatto, capace di garantire una transizione che ponga fine alle violenze in corso in Siria da più di 20 mesi.
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