lunedì, dicembre 31, 2012
Sarà allestita nel pomeriggio al Senato la camera ardente per Rita Levi Montalcini, scomparsa ieri.  

Radio Vaticana - In più di qualche occasione, la scienziata aveva espresso l’auspicio che la ricerca uscisse dai “vincoli – diceva – in cui è mortificata”. L’Italia spende solo l’1,26% del Pil in questo settore ed è sempre più frequente il fenomeno della fuga dei "cervelli" all’estero. Il servizio di Alessandro Guarasci: ascolta
Gli ultimi dati Istat dicono che l’Italia spende poco meno di 20 miliardi di euro in ricerca
. Si colloca così all’11.mo posto nei Paesi Ocse, dietro le principali nazioni industrializzate. Secondo il World Economic Forum, la situazione va un po’ meglio per quanto riguarda il numero di pubblicazion: con il 3,7% di studi, l’Italia è al sesto posto a livello mondiale. E questo nonostante la fuga di cervelli. Sono circa 40 mila i ricercatori italiani che sono all’estero, e più del 70% di loro ha una condizione contrattuale e lavorativa migliore di quanto avrebbe in Italia. Un cruccio per la stessa Montalcini, che aveva avviato un progetto per il rientro di queste risorse mentali. Luigi Nicolais, presidente del Cnr:

R. - Credo che tra di noi ci siano sempre stati dei rapporti buoni. Quest’anno, purtroppo per il nostro Paese è stato un anno brutto perché abbiamo perso il professor Dulbecco all’inizio dell’anno e poi lei… Entrambi erano veramente due figure caratteristiche; due figure che amavano i giovani. Questa è la caratteristica principale dei grandi ricercatori; rendersi conto che sono i giovani che portano quella linfa di novità, di ricerca e anche di grinta per poter avviare progetti nuovi e molto complessi.

D. - Però, la Montalcini diceva che in Italia ci sono spesso dei vincoli burocratici che frenano la ricerca. Lei è d’accordo?

R. - Totalmente. Fin quando i ricercatori saranno intesi come parte della pubblica amministrazione, chiaramente non riusciranno ad esprimere al meglio la loro attività. Ci sono dei vincoli così forti per cui molte volte non si riesce ad acquistare nemmeno un reagente in maniera semplice. E quindi tutte le regole che valgono per un ufficio del catasto o dell’anagrafe valgono anche per i ricercatori, cosa che è impossibile. Personalmente, spesso anche con questo governo Monti ho spinto affinché si creasse un sub-comparto diverso e ci si rendesse conto che la ricerca deve far parte di un gruppo diverso e avere una maggiore autonomia nella spesa.

D. - Ma non sarà che spesso però si fanno in qualche modo degli interessi di parte e si gioca poco come una squadra?

R. - Noi siamo delle eccellenze che non riescono a fare un sistema ricerca. Chi è stato molto tempo all’estero, si rende conto che negli altri Paesi quello a cui si tiene maggiormente è la squadra, il sistema, quindi si lavora tutti insieme per raggiungere gli obiettivi.


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