Nelle ultime ore in Centrafrica si stanno anche moltiplicando le dichiarazioni politiche e diplomatiche sia all’interno del paese che fuori
Misna - Dopo l’intervento pubblico fatto ieri da Bozizé che ha tenuto un comizio al centro di Bangui, in diverse regioni del paese la popolazione sarebbe già pronta a difendersi da ribelli nel caso in cui dovessero entrare in città, come confermato alla MISNA da una fonte contattata a Bossangoa (centro-ovest). “Il presidente Bozizé gode ancora di un forte sostegno popolare e la gente ha cominciato a rispondere positivamente al suo appello
a resistere alla ribellione” dice alla MISNA un esponente della locale società civile. Rappresentanti del governo hanno assicurato che il capo dello Stato non intende modificare la costituzione per mantenersi al potere oltre i tre anni del mandato in corso e hanno ribadito la propria disponibilità a valutare le rivendicazioni del Seleka. La coalizione formata da elementi dissidenti della Convenzione dei patrioti per la giustizia e la pace (Cpjp), della Convenzione dei patrioti della salvezza e del Kodro (Cpsk) e dell’Unione delle forze democratiche per il raggruppamento (Ufdr) contesta al presidente la mancata attuazione degli accordi di pace firmati a partire dal 2007 e delle conclusioni del processo di dialogo del 2008.
Secondo alcuni analisti e ricercatori esperti d’Africa centrale “l’immobilismo di Bozizé ha fatto perdere la pazienza di altri capi di Stato della regione” mentre negli ultimi mesi si sono nettamente deteriorati i rapporti tra il presidente centrafricano e il suo storico alleato, il ciadiano Idriss Deby Itno. Due mesi fa un centinaio di truppe scelte ciadiane che assicuravano la sicurezza del presidente Bozizé sono state richiamate da N’Djamena. Sulla carta negoziati mediati dalla Comunità economica dei paesi dell’Africa centrale (Ceeac) tra esponenti del governo ed elementi dell’opposizione centrafricana dovrebbero aprirsi il 10 gennaio a Libreville. “La strategia del Seleka consiste nel guadagnare più terreno possibile per arrivare a questi negoziati in posizione di forza” ha sottolineato Thierry Vircoulon, ricercatore dell’International Crisis Group (Icg). Esperti del Centro nazionale della ricerca scientifica francese (Cnrs) hanno invece fatto notare che “pur dimostrando una certa disciplina sul terreno, in realtà le componenti del Seleka non hanno alcun programma comune e basano la propria unione sull’opposizione viscerale nei confronti del regime, della sua corruzione, nepotismo e clientelismo” ha spiegato il professore Roland Marchal. Il leader del Seleka, Michel Am Nondokro Djotodia, 63 anni, è un ex funzionario con un passato in varie formazioni ribelli.
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