Il governo comunista del Tibet ordina la requisizione di apparecchi televisivi e parabole installate su circa 300 monasteri della prefettura di Huangnan che “mandano in onda programmi anti-cinesi”. Ma il numero delle vittime della repressione continua a salire.
AsiaNews - Dopo aver accusato il Dalai Lama, il governo tibetano in esilio e persino gli insegnamenti del buddismo, le autorità cinesi cercano di fermare le auto-immolazioni in Tibet smontando le televisioni e le parabole presenti nei monasteri locali. Secondo la stampa locale, una squadra inviata dal governo comunista ha confiscato gli apparecchi da 300 monasteri nella remota prefettura di Huangnan perché "mandavano in onda programmi anti-cinesi"
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L'agenzia di stampa del Qinghai, provincia cinese ai confini del Tibet, scrive: "In questo momento critico per il mantenimento della stabilità sociale nella prefettura di Huangnan dobbiamo rafforzare le misure e combattere con forza la battaglia contro le auto-immolazioni".
Sempre secondo l'agenzia, il governo locale avrebbe investito 8,64 milioni di yuan (circa 1 milione di euro) per installare 50 trasmettitori che diffondono il 70 per cento dei canali televisivi della prefettura. Ma questa "offensiva mediatica" non avrebbe successo, dato che grazie a internet e alle parabole la maggioranza della popolazione segue i programmi preparati e messi in onda dalla diaspora tibetana.
Pechino sembra quindi sempre più disperata nella lotta per fermare le auto-immolazioni. Il numero delle persone che hanno scelto di uccidersi con il fuoco è aumentato in maniera considerevole in novembre, durante il 18esimo Congresso del partito comunista cinese che ha incoronato la "Quinta generazione" di leader nazionali. Secondo fonti tibetane, le vittime sono ormai quasi 100.
La tensione è aumentata a tal punto che Pechino ha rafforzato le misure di sicurezza nella contea di Rebgong, che ospita il monastero di Rongwo (costruito circa 600 anni fa e teatro di decine di auto-immolazioni) installando numerosi posti di controllo per tenere lontani i turisti. Migliaia di paramilitari perlustrano strade ed edifici religiosi nel tentativo di bloccare le immolazioni, mentre gli agenti di polizia locale girano "armati" di estintori.
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