Egitto nel caos. Il presidente Morsi ha conferito all'Esercito poteri di polizia, compreso quello di effettuare direttamente arresti.
Radio Vaticana - Mossa che giunge dopo che le opposizioni hanno fatto quadrato contro il referendum costituzionale, decretando un boicottaggio completo della tornata elettorale. Che possibilità hanno, a questo punto, le opposizioni di riuscire a cambiare il testo costituzionale? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Giorgio Bernardelli, esperto dell’area mediorientale: ascolta
R. – E’ una partita aperta, anche se sarà molto difficile. Molto dipenderà dalla giornata di domani, nella quale entrambi gli schieramenti hanno convocato una grossa manifestazione. E’ una partita decisiva quella sul referendum, nel senso che l’accelerazione data alla Costituzione aveva, di fatto, svuotato abbastanza la questione del decreto sui poteri. La partita vera è quella sul referendum e le opposizioni sanno che, se si va a votare in questa situazione, è difficile che ci sia un voto che possa essere trasparente. Per cui, quella che stanno conducendo, è una battaglia molto importante, perché appunto questa costituzione è piena di ambiguità e ha, comunque, maggiori derive islamiste all’interno della legislazione.
D. – Morsi può essere considerato a questo punto un presidente indebolito o no?
R. – E’ certamente un presidente molto più debole rispetto a quello che lui pensava. Non dimentichiamo che tutta la questione è iniziata all’indomani del suo trionfo politico: la mediazione su Gaza. Ha a che fare certamente con un’opposizione molto più forte di quello che credeva e, soprattutto, con un esercito che gli ha ricordato che ha un ruolo, comunque, in tutta questa partita. Quindi, comunque vada a finire, è certamente più debole e certamente anche molto meno autonomo rispetto al movimento dei Fratelli Musulmani.
D. – Su una cosa non ci sono dubbi: un Egitto nel caos può essere un rischio per la tenuta dell’intero Medio Oriente a questo punto...
R. – Assolutamente sì ed è il motivo per cui l’amministrazione americana ha tenuto una posizione molto prudente in questi giorni. Non dimentichiamo, però, che questa è una partita decisiva. Come andrà a finire questa partita dipende molto anche dall’evoluzione di tutte le altre società del Medio Oriente. Questa battaglia sulla Costituzione non è una battaglia, un impuntamento, su questioni di cavilli giuridici, è davvero una battaglia per capire quanto la “primavera araba” sia stata un cambiamento reale all’interno della società e quanto invece sia destinata solo a rafforzare il ruolo delle formazioni islamiste.
Radio Vaticana - Mossa che giunge dopo che le opposizioni hanno fatto quadrato contro il referendum costituzionale, decretando un boicottaggio completo della tornata elettorale. Che possibilità hanno, a questo punto, le opposizioni di riuscire a cambiare il testo costituzionale? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Giorgio Bernardelli, esperto dell’area mediorientale: ascolta
R. – E’ una partita aperta, anche se sarà molto difficile. Molto dipenderà dalla giornata di domani, nella quale entrambi gli schieramenti hanno convocato una grossa manifestazione. E’ una partita decisiva quella sul referendum, nel senso che l’accelerazione data alla Costituzione aveva, di fatto, svuotato abbastanza la questione del decreto sui poteri. La partita vera è quella sul referendum e le opposizioni sanno che, se si va a votare in questa situazione, è difficile che ci sia un voto che possa essere trasparente. Per cui, quella che stanno conducendo, è una battaglia molto importante, perché appunto questa costituzione è piena di ambiguità e ha, comunque, maggiori derive islamiste all’interno della legislazione.
D. – Morsi può essere considerato a questo punto un presidente indebolito o no?
R. – E’ certamente un presidente molto più debole rispetto a quello che lui pensava. Non dimentichiamo che tutta la questione è iniziata all’indomani del suo trionfo politico: la mediazione su Gaza. Ha a che fare certamente con un’opposizione molto più forte di quello che credeva e, soprattutto, con un esercito che gli ha ricordato che ha un ruolo, comunque, in tutta questa partita. Quindi, comunque vada a finire, è certamente più debole e certamente anche molto meno autonomo rispetto al movimento dei Fratelli Musulmani.
D. – Su una cosa non ci sono dubbi: un Egitto nel caos può essere un rischio per la tenuta dell’intero Medio Oriente a questo punto...
R. – Assolutamente sì ed è il motivo per cui l’amministrazione americana ha tenuto una posizione molto prudente in questi giorni. Non dimentichiamo, però, che questa è una partita decisiva. Come andrà a finire questa partita dipende molto anche dall’evoluzione di tutte le altre società del Medio Oriente. Questa battaglia sulla Costituzione non è una battaglia, un impuntamento, su questioni di cavilli giuridici, è davvero una battaglia per capire quanto la “primavera araba” sia stata un cambiamento reale all’interno della società e quanto invece sia destinata solo a rafforzare il ruolo delle formazioni islamiste.
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